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La musica si fece video: inaugurato dai Buggles, il canale Mtv compie 30 anni.
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da Lettera43.it

di Bruno Giurato
A 30 anni esatti di distanza lo possiamo dire: il video non ha ucciso la star della radio. Il 1 agosto 1981 si inauguravano le trasmissioni di un canale che avrebbe avuto fortuna, molta fortuna. Mtv, music television.
Il format originale venne creato dal produttore Robert W. Pittman, le trasmissioni della prima versione dell'emittente, via cavo, partirono con le parole di John Lack: «Ladies and gentleman, rock 'n roll!» e subito segui il video di un successone del 1980, Video killed the radio star, dei Buggles.
Voleva essere una profezia, quel video. E se la profezia non si è avverata, visto che comunque la radio non è morta (grazie anche alla sua qualità non invasiva si integra bene con la vita multitasking in cui tiriamo giornata, magari scrivendo una email o cucinando mentre la musica va in sottofondo) è anche vero che Mtv ha aperto nuove finestre all'immaginazione collettiva.

SOUND COL SINTETIZZATORE. 
A cominciare proprio da quel video: estetica alla Wharol, apparecchi radio che esplodono mentre televisioni sorgono dal pavimento, suono geniale, costruito con tessuti di sintetizzatore di Geoff Downes (poi negli Yes e nel supergruppo degli Asia) e dal bassista e produttore Trevor Horn (diventato famoso come inventore del suono di Relax del Frankie goes to Hollywood).
Un pezzo di musica pensato negli anni Settanta, ma che ha condizionato tutti gli anni Ottanta, costruiti proprio sul sound dei sintetizzatori e su quello stile di produzione.

RADIO, IRRINUNCIABILE MEDIUM
La radio è sopravvissuta (a ben vedere era stato ancora più profetico il ritornello di Radio Ga ga, dei Queen: «Radio, ancora qualcuno ti ama») ma il videolip è diventato medium irrinunciabile. E Mtv, nel bene e nel male, ha condizionato pesantemente tutto il periodo successivo.
Madonna, a partire dai pizzi e merletti a Venezia di Like a virgin, senza video chissà come e quando sarebbe emersa.
I Kiss fecero la prima apparizione senza maschera su Mtv, nel 1983. Billie Jean di Michael Jackson fu un'altra hit, subito prima di Thriller con gli zombi, con un John Landis alla regia sempre innamorato dello stile di Dario Argento e la voce di commento di Vincent Price.

LE CRITICHE AL CANALE. 
E sono arrivate, naturalmente, le critiche al genere di video pop di Mtv. La più famosa è quella nella canzone Money for nothing dei Dire straits.
Parlava di soldi gratuiti a gente che non sapeva suonare sullo storico riff di chitarra di Mark Knopfler, coi controcanti di Sting. Il brano venne censurato, perché contiene l'espressione «little faggott», «frocetto». E sarebbe un altro capitolo nella serie censure sciocche.

I WANT MY MTV.  
Ma qui bisogna raccontare un ultimo fatto. La strofa di Money for nothing «I want my Mtv» è diventata, da critica umoristica come era stata pensata da Knopfler, lo slogan dell'emittente.
Altro segno che la tivù è capace di inglobare qualsiasi cosa, e si configura, con la geniale definizione del capostipite della Videoarte Nam June Paik, come global groove, ritmo globale. E nel frattempo è arrivata la rete, che è un groove ancora più globale perché in grado di mischiare radio, tivù e giornali con dosi più o meno grosse di interattività. Intanto il video, anche grazie a quella prima uscita del 1981, è qui per restare.
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