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Il "rivoltoso dentro"

biciRossa

Il 14 maggio del 2001, il rivoltoso dentro ha un solo modo e una sola ora per svegliarsi.
A mezzogiorno.
Col sottovociare della tv lasciata accesa dagli exit pool dell’alba.
E il canto frenetico del coinquilino forzista sotto la doccia.

La prima reazione è di stupore.
Spalanca le persiane su Roma, ma le richiude immediatamente dopo aver sentito un muratore dall’impalcatura antistante urlare al collega in chiaro accento milanese Ue’ belin, dai niente pausa pranzo, dobbiamo essere competitivi !
Si convince di aver sentito male e così accende la tv che nel frattempo era rimasta comunque accesa. C’è la Zanicchi che fa un’analisi politologica a reti unificate.
Decide che bisogna predisporsi bene. Si fa una canna, a stomaco vuoto, si infila le cuffie dando il play ad una cassetta di canti d’amore e resistenza del popolo curdo ed esce in pigiama.
In edicola compra tutto l’inimmaginabile in fatto di quotidiani.
Torna a casa ed ha un malore, dopo il primo editoriale di Belpietro.
Soccorso dall’amico coinquilino, stramazza di nuovo al suolo nel leggere la lista dei ministri.
Maroni agli interni.
Buttiglione all’istruzione e all’università. (da cui deduce che per farla franca dovrebbe laurearsi tra cinque giorni, se gli fanno fare tre esami entro il giorno dopo).
Tremonti alle Finanze.
Il cardinal Sodano alle Pari Opportunità.
Pacciani ai Rapporti con l’Altro Sesso.
La Barale alle Infrastrutture.
Tronchetti Provera, Ministro senza Portafoglio.

Rianimato da una dose abbondante di Guccini e Giovanna Marini, rimane due ore in stato catatonico, sfogliando vecchi calendari patinati, annata 1968.
Verso le 3 del pomeriggio subentra in lui un istinto libidico che lo porta a chiamare una sua ex. Nel corso della conversazione, la ragazza gli rivela di essere in attesa di una risposta per un suo provino come velina di “Striscia la notizia”.
Il rivoltoso dentro la congeda con grazia, e si ritira in bagno, dove si trastulla l’uccello avvolto in un doppio strato di carta vetrata.
Alle 16 in punto affronta una visita ginecologica, dalla quale appura di essere in attesa del messia, che però verrà alla luce solo dopo l’ultimo governo uscente.
Alle 17, scocca il momento dell’euforia ingiustificata.
Fa più cose contemporaneamente, tipo convincersi di non aver ancora votato, lavarsi i denti con l’acqua ragia, tirarsi un’altra pippa tra due fogli dell’Economist.
Alle 17 e 30 esce e si va a fare la tessera alla sezione più vicina di Rifondazione.
Alle 18 ha però perso la tessera dell’Atac ed il controllore non si accontenta di quella di un partito al 5%. Ragion per cui la multa la paga al 100%, raggiungendo abbondantemente il quorum.
Un’ora dopo, vaga sul lungotevere. Viene morso da una pantegana e chiama D’Antoni, per protestare energicamente, invitandolo al prossimo G8 a Genova.
Verso le 20, si accorge di avere le stimmate, ma subito dopo capisce che in realtà si è solo tirato troppe pippe con la carta vetra. Ma fortunatamente, non è cieco e, tornato a casa, può spararsi cinque ore di Bruno Vespa. Ospiti in studio, Casini, Fini, Buttiglione, Gasparri ed Elio Vito. Per l’opposizione un giornalista del Settimanale Cioè, che però è in collegamento da Kuala Lumpur. Purtroppo il satellite salta subito.

L’ora in cui il
rivoltoso dentro conclude la sua giornata post-elettorale è incerta. Sta di fatto che continuerà a sognare. A sognare i funerali di berlinguer, quando lui aveva sei anni...
Tutta quella gente che piange e alza il pugno
in un gesto che sa di minaccia
minaccia dolce e incorrotta
tanto per spaventare dio.

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