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La Ue va in onda

da lastampa.it

Francesi, tedeschi, spagnoli e olandesi, ma anche polacchi e ungheresi. Hanno partecipato tutti, non solo i big dell'Europa, alla costruzione della grande rete radiofonica europea, Euranet, che a partire dal prossimo aprile, diffonderà in 13 Paesi membri dell'Ue gli stessi programmi radiofonici nelle rispettive lingue nazionali. Grandi assenti gli italiani, che non hanno disertato per un motivo vero e ragionato bensì per colpa della «scarsa organizzazione».

Parola degli addetti ai lavori della grande rete presentata oggi dal commissario Ue per le strategie di comunicazione Margot Wallstroem, dal direttore di Radio France International Antoine Schwarz e dal collega tedesco Erik Bettermann. Secondo gli organizzatori sono stati numerosi i tentativi di coinvolgere le emittenti italiane, «tirate più volte dalla giacchetta», ma il risultato non è stato quello sperato. In un primo momento, dicono i tecnici, Radiocor (l'emittente radiofonica de «Il Sole 24 Ore») e la Rai sembravano interessate all'iniziativa, ma poi «non se n'è fatto più nulla».

Colpa della scarsa organizzazione del BelPaese, lamentano, anche se proprio noi, a quanto pare, abbiamo bisogno di migliorare l'informazione sui temi comunitari. Secondo l'ultimo sondaggio elaborato da Eurobarometro, infatti, sono proprio gli italiani ad avere più lacune sulle istituzioni Ue e sulla politica comunitaria.

Il progetto, guidato Radio France International (Rfi) e da Deutsche Welle coinvolgerà, fin dalla partenza, 16 tra le radio più ascoltate d'Europa - tra cui l'olandese Radio Netherlands Wereldomroep, la belga Rtbf, la spagnola Punto Radio - che proporranno in modo indipendente, dibattiti, interviste e forum di discussione, il tutto per la durata di 30, 60 minuti al giorno. L'iniziativa prevede anche solo la partecipazione tramite «associazione» al progetto, scelta fatta già da sette emittenti, che potranno riprendere a piacimento i programi della rete.

Con un finanziamento comunitario pari a 5,8 milioni di euro, l'iniziativa continua ad essere aperta a chi cambierà idea, «l'Italia è la benvenuta - ha sottolineato Antoine Schwarz abbozzando l'italiano - aspettiamo con ansia che aderisca all'iniziativa».
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In Italia, l’era della radio satellitare inizierà a dicembre

da pcopen.it

“Se mai nascerà, la radio digitale nascerà già morta. A ucciderla sono stati la televisione e gli interessi pubblicitari che vi ruotano attorno. Una decina di anni fa poteva forse rappresentare un’alternativa all’Fm, ma oggi no. Oggi è necessario seguire un’altra via e ritengo che l’unica opportunità sia offerta dal satellite”. Non usa certo giri di parole Roberto Zaino, dallo scorso dicembre direttore dei contenuti di Worldspace Italia ma con alle spalle una lunga militanza nel settore delle trasmissioni radiofoniche: la sua avventura nell’Fm è iniziata nel 1975, quando fu tra i fondatori di Radio Milano International. Da allora ha condiviso le sorti di alcune delle principali emittenti e network italiani, tra cui Radio Montecarlo, Radio Music (diventata poi Deejay), ma anche Rai e Rtl 102.5.

Ora Zaino vuole tornare a fare il pioniere, a stabilire nuove “regole non regole”, come quelle che una trentina di anni fa hanno dato origine all’era delle radio private in Italia. E per tornare a ripercorrere quelle strade già percorse in passato ha scelto proprio la via della radio satellitare. È infatti lui l’artefice del progetto che porterà Worldspace Italia a dar via il prossimo dicembre alla prima radio satellitare italiana. “Offriremo un bouquet di cinquanta canali - precisa Zaino -. Sarà una proposta innovativa, che si discosterà radicalmente dalle attuali programmazioni delle emittenti Fm, che propongono tutte gli stessi format e la stessa musica”.

Musica suddivisa per genere o per periodo, informazione, cinema, libri, salute, notizie meteo e sul traffico. Questi sono solo alcuni degli argomenti che caratterizzeranno i canali di Worldspace Italia. Tale offerta dovrebbe comprendere anche coproduzioni con alcuni nomi di spicco del settore televisivo. “Mi piacerebbe molto poter avere anche un canale realizzato in collaborazione con Zelig - afferma Zaino -. Ogni emittente sarà priva di pubblicità e proporrà contenuti di alto livello, che vedranno coinvolti personaggi di spicco nei rispettivi settori di attività”.

Un’iniziativa a cui Zaino tiene particolarmente è quella che vede un coinvolgimento diretto delle università: “Le radio di ateneo sono sempre di più in Italia e noi, attraverso un canale dedicato in modo specifico alle università, offriremo loro la possibilità di creare una sorta di network, che permetta un dialogo diretto tra le varie realtà accademiche”.

Oltre che sulla vasta scelta dei contenuti, il direttore di Worldspace Italia pone l’accento anche sulla qualità della trasmissione satellitare. “Non solo – dice – l’audio è simile a quello del Cd, ma è privo di fruscii e interferenze. Inoltre, ogni singolo canale può essere ricevuto in tutta Italia senza dover modificare la frequenza. A beneficiare di quest’ultimo aspetto saranno soprattutto gli automobilisti, che in Italia sono i principali ascoltatori delle emittenti radiofoniche”. La copertura dell’intero Paese è assicurata da una serie di ripetitori installati da Telecom Italia, che è tra i partner dell’iniziativa Worldspace.

A proposito di ricezione, quali dispositivi dovranno essere usati per poter ascoltare i vostri canali? “Servirà uno specifico decoder – risponde Zaino –. Si tratta di un dispositivo simile, per dimensioni e struttura, a un telefono cellulare che potrà essere installato in auto ma che potrà essere anche utilizzato in casa, un po’ come succede oggi con gli iPod. Il costo di tale apparecchio non supererà i 100 euro ma, in funzione della diffusione del servizio, è nei nostri obiettivi far scendere il costo del decoder. Ricordo che attualmente negli Stati Uniti un decoder per la ricezione delle radio satellitari ha un prezzo inferiore ai 20 euro”.

A riguardo va sottolineato che dal prossimo anno Fiat Group Automobiles offrirà radio satellitari WorldSpace come optional su tutti i modelli Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Inoltre Fiat potrà offrire ai propri clienti, attraverso il canale aftermarket, l’installazione di ricevitori portatili di radio satellitare WorldSpace. In più, nella programmazione di WorldSpace Italia vi sarà un canale dedicato esclusivamente a Fiat Group Automobiles allo scopo per fornire servizi di promozione e di assistenza clienti.

Da ultimo, ma non meno importante, c’è da affrontare un discorso nuovo per i radioascoltatori Italiani, quello di pagare per ascoltare la radio. “Per poter accedere alla nostra offerta – dice infatti Zaino – sarà necessario pagare un canone mensile di 8 euro. Non ritengo però che questo possa rappresentare una barriera, perché ormai, con servizi come quelli offerti da Sky, siamo abituati a pagare per avere un servizio di qualità. E poi la cifra che chiediamo è paragonabile quella di un aperitivo e siamo sicuri che gli ascoltatori saranno ben contenti di pagarla pur di avere finalmente una radio di qualità che possono sentire ovunque e senza disturbi. Il nostro obiettivo è di arrivare ad aver 2 milioni di utenti nel giro di 5-6 anni”.
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Calcio:RTL 102.5 acquista i diritti per Euro 2008
da spotandweb.it
L’emittente radiofonica RTL 102.5 si è aggiudicata i diritti per la trasmissione in diretta delle radiocronache di tutte le partite del Campionato Europeo di Calcio, che si svolgerà in Austria e Svizzera dal 7 al 29 giugno di quest’anno.
“Per noi sarà una grande impegno editoriale – ha detto Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5 – perché per la prima volta in Italia un’emittente radiofonica privata acquista dall’Uefa i diritti per la trasmissione di tutte le partite di un europeo di calcio. Naturalmente daremo ampio spazio, con trasmissioni speciali, alle radiocronache in diretta di tutte le gare della Nazionale Italiana”. RTL 102.5, sul fronte dell’acquisizione dei diritti sportivi, ha già trasmesso le radiocronache delle gare della Nazionale Italiana agli Europei del 2004, di tutte le gare esterne di qualificazione a Euro 2008 e delle finali di Champions League che hanno visto impegnate le squadre italiane.
“La trattativa con l’Uefa è durata tre mesi – ha spiegato Luigi Tornari, direttore responsabile di RTL 102.5 – e siamo molto contenti che si sia chiusa positivamente. Siamo l’unica emittente radiofonica commerciale italiana che, in questi anni, ha acquistato dall’ Uefa diritti sportivi e siamo orgogliosi che la nostra offerta di cronaca diretta di grandi eventi di sport, cominciata dieci anni fa con le radiocronache delle gare della Champions League, si sia arricchita quest’anno con la più importante manifestazione calcistica europea”.
Le radiocronache della Nazionale Italiana saranno affidate a Paolo Pacchioni. I commenti tecnici a Josè Altafini. Le altre gare saranno seguite da Fulvio Giuliani, Fabio Santini, Andrea Salvati, Max Viggiani e Gabriele Manzo. Ogni giorno collegamenti e trasmissioni speciali verranno realizzate da Casa Azzurri, a Baden, nei pressi di Vienna, luogo del ritiro della Nazionale.

Risponde la Rai (da yahoo.com):
''Nessuna radio ha 'soffiato' le dirette delle partite alla Rai, ne' tanto meno potra' trasmetterle in esclusiva''. E' la precisazione della Rai in merito alla notizia riportata ieri da quotidiani e agenzie di stampa circa la perdita da parte della Rai dei diritti sugli Europei di Calcio 2008. ''La Rai - si legge in una nota - ha acquisito nel 2005 tutti i diritti radiofonici relativi agli Europei di calcio che si svolgeranno in Austria e in Svizzera nel prossimo mese di giugno. Pertanto RadioRai trasmettera' in diretta, come in tutte le precedenti edizioni del torneo continentale, le radiocronache delle partite. Altre emittenti - sottoliena l'azienda di servizio pubblico - hanno semplicemente e legittimamente acquisito un diritto disponibile sul mercato che Rai si era gia' aggiudicato tre anni fa''. ''Si tratta, come e' noto - conclude il comunicato - di diritti non esclusivi che consentono alla UEFA, titolare dei diritti, di cederli anche ad altre emittenti radiofoniche in un'ottica di massima diffusione dell'evento sportivo''.
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Alla radio si scatena la rabbia del tifo giallorosso

da ilmessaggero.it

Non si placano le polemiche sull'arbitraggio di Rosetti del match di San Siro fra Inter e Roma finito 1 a 1 dopo la contestata espulsione di Mexes. La decisione dell'arbitro torinese ha scatenato infatti la rabbia del tifo romano, che da sempre utilizza come cassa di risonanza le tante trasmissioni radiofoniche che si occupano delle squadre della capitale. Ma l'arbitro Rosetti non è l'unico bersaglio della rabbia romanista. Sotto accusa questa volta, oltre al direttore di gara colpevole, secondo i radioascoltatori, di avere falsato il risultato finale della partita con i due cartellini gialli sventolati nel finale al difensore francese giallorosso, è finita anche l'emittente Sky e in particolare la coppia di telecronisti formata da Caressa e Bergomi.

L'accusa: non aver ciriticato abbastanza Rosetti per le sue scelte e per l'espulsione, considerata ingiusta, di Mexes, essere stati troppo faziosi a favore dell'Inter e aver mostrato eccessiva comprensione per i presunti errori di Rosetti. Tra i più adirati soprattutto gli ascoltatori della trasmissione "Te la do io Tokyo" condotta da Mario Corsi, detto "Marione", ex leader della curva sud, su Centro Suono Sport. Non è la prima volta che Marione e la sua radio si scagliano contro Sky. In passato il popolare conduttore era arrivato a incitare i tifosi a disdire l'abbonamento con l'emittente accusandola di penalizzare la Roma.

L'accusa degli ascoltatori, che hanno minacciato ancora di disdire gli abbonamenti alla pay tv, è in sostanza che i due telecronisti avrebbero «coperto» gli errori di Rosetti, non dando in sede di commento il giusto peso agli episodi che lo hanno visto protagonista, a partire dall'espulsione di Mexes e interprentando il pareggio finale come un risultato dovuto solo alleoccasioni sprecate dalla Roma. Sky viene attaccata dai tifosi romanisti anche per il troppo spazio concesso all'opinionista Massimo Mauro nel post-partita, anche lui colpevole agli occhi dei giallorossi di non aver criticato a dovere le decisioni di Rosetti.

«Tutte le critiche sono permesse, le minacce no. Questa è un'aggressione vigliacca, hanno dato perfino i nostri numeri di telefono e i nostri indirizzi mail. I nostri legali valuteranno se ci sono gli estremi per una denuncia. È auspicabile che la Lega intervenga», è stata la reazione furiosa di Sky al tam-tam delle radio romane.

Tullio Camiglieri, responsabile della comunicazione di Sky, ha definito un «uso criminale» del mezzo radiofonico quello fatto dalle emittenti romane. «È tutto il giorno che ci insultano - si sfoga Camiglieri -. Utilizzano la radio come strumento di insulto personale prendendo la partita di ieri come spunto, al di là di ogni immaginazione e di codice etico. Questa è una radio che trasmette in base a una concessione pubblica, deve rispondere al codice di autoregolamentazione e a quello etico».

Nulla di personale invece con la società giallorossa: «Ho troppa stima per la famiglia Sensi per essere certo che non condivida l'atteggiamento della radio. La Roma non c'entra nulla». «È una cosa intollerabile - conclude Camiglieri -. Ci sforziamo tutti affinché‚ il calcio sia più civile, di tenere i toni bassi, e poi capitano cose così sconcertanti». Niente da eccepire, naturalmente, da parte di Camiglieri, sulla telecronaca e i commenti post-partita: «Non li ho nemmeno sentiti, ma non voglio entrare nel merito della questione. Dico solo che sono tutti ottimi professionisti».

Luciano Spalletti, proprio alla vigilia della partita scudetto contro l'Inter, aveva scherzato rivelando di aver detto a Bruno Conti, direttore tecnico giallorosso, «di andare a fare l'opinionista a Sky così - aveva spiegato - si pareggia qualche situazione e vediamo di avere qualche consenso su qualche situazione di commento».
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Radio Vaticana ti porta in Paradiso
da PrimaPress.it

ROMA – Questa la denuncia del Coordinamento dei Comitati di Roma Nord: “Il Comune di Roma, rilasciando concessioni edilizie per la costruzione di nuove abitazioni nel territorio limitrofo agli impianti della Radio Vaticana di S. Maria di Galeria in base al nuovo Piano Regolatore Generale voluto dal Sindaco Veltroni e dall'Assessore Morassut, sta insediando a Cesano, ben prima della definitiva approvazione di quel piano, oltre 5.200 cittadini fino a 4 km. di distanza dal centro radiofonico. Questi andranno ad aggiungersi ad altri 7.000 abitanti in corso di insediamento, anch’essi entro i 4 km. da quella stazione radiofonica, ad Osteria Nuova e a Cesano grazie alle concessioni edilizie rilasciate durante l’amministrazione Rutelli (piano di zona B-20 e Zona O). Questi dati erano stati forniti dal Comune di Roma nel corso dell’ultima riunione della Commissione bilaterale tra Italia e Santa Sede ed erano stati derivati dall’Ufficio Programmi Complessi dell’Assessorato comunale all’Urbanistica ipotizzando una dotazione volumetrica pro-capite di 120 metri cubi, invece degli usuali 80 metri cubi pro-capite. In totale 15.500 (5.200+7.000+3.300) nuovi abitanti entro 4 km. di distanza dalla Radio Vaticana, senza tener conto degli altri insediamenti della Braccianese, della Storta e dell’Olgiata antecedenti il nuovo PRG.

E si tratta di una valutazione “ottimistica”: infatti, attribuendo gli usuali 80 metri cubi pro-capite si avrebbero oltre 23.000 nuovi abitanti entro l’area di 4 km. di raggio dalla stazione radiofonica della Santa Sede. Nel ricavare le suddette previsioni il Comune di Roma aveva considerato i 4 km perché fino a tale distanza le indagini epidemiologiche dell’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio e della ASL Roma-E e la perizia della Procura della Repubblica di Roma, condotte fra il 1999 ed il 2002, avevano rilevato l’esistenza di un evidente maggior rischio di mortalità per malattie leucemiche negli adulti negli anni compresi fra il 1987 ed il 1998 (da 1.66 a 2.2 volte quella di Roma per distanze entro 4 km calcolate fra antenne e residenze; 1.94 volte per distanze entro 4 km calcolate fra centro del sito e residenze) e una maggiore incidenza delle medesime patologie nei bambini negli anni compresi fra il 1987 ed il 1999 (da 2.25 a 3.54 volte quella di Roma per distanze entro 4 km calcolate fra antenne e residenze; 2.94 per distanze entro 4 km calcolate fra centro del sito e residenze; 2.9 volte fino a 4 km. di distanza dal centro del sito). Ed il suddetto confronto con Roma, per quanto riguarda l'incidenza della leucemia infantile, è ottimistico perchè: il territorio interessato dalle emissioni della Radio Vaticana e il territorio urbano del Comune di Roma non sono omogenei, in quanto Roma è provvista di una pressione antropica molto più intensa, con conseguente maggior coinvolgimento di altri elementi inquinanti, ed in particolare gli agenti fisici e chimici prodotti dall'intesissimo traffico veicolare.

Nel Comune di Roma, nel perido 1980-1991, è stato rilevato un tasso di incidenza di leucemia infantile superiore all'incidenza stimata a livello nazionale (6,2 contro 4,9 casi per 100.000, rispettivamente). Cresce quindi nel tempo la popolazione di Roma Nord sottoposta alle emissioni elettromagnetiche della Radio Vaticana in quanto, mentre né questa né le autorità ambientali e sanitarie italiane ammettono l’esistenza di alcun rischio, il Comune di Roma, forte di questo mancato pronunciamento, e non curante di quanto è stato rilevato dall'epidemiologia, ha continuato a pianificare ulteriori abitazioni in quel territorio.

L’incremento di popolazione sarebbe ben più forte se si considerassero 6 km di distanza da quel sito radiofonico. Ed in base agli stessi studi epidemiologici esiste un maggior rischio di leucemia nei bambini anche fino a 6 km di distanza: 2.2 volte quello di Roma. Tale rischio è di 1.63 volte per distanze entro 6 km calcolate fra centro del sito e residenze, mentre varia da 1.69 a 1.88 volte per distanze entro 6 km calcolate fra antenne e residenze.

L' incompatibilità di nuovi insediamenti abitativi nel territorio limitrofo agli impianti della Radio Vaticana è stato l'oggetto delle Osservazioni al nuovo PRG inviate nel 2003 dal Coordinamento dei Comitati di Roma Nord all'Assessorato guidato da Roberto Morassut. Quando siamo venuti a conoscenza, dall’Ufficio Programmi Complessi dell’Assessorato comunale all’Urbanistica, dell'errore commesso da quella amministrazione e consistente nella inclusione di nuovi insediamenti entro 4 km di distanza dalla Radio Vaticana, quello stesso Ufficio ci comunicava verbalmente che le nostre Osservazioni al nuovo PRG erano state respinte.

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Ponte Radio, le notizie dal medioriente che non fa notizia.

da amisnet.org

Nasce oggi Ponte Radio, il nuovo appuntamento radiofonico quindicinale frutto della collaborazione tra AMISnet e Osservatorio Iraq. Sette minuti di notizie dal Medioriente che non fa notizia. Approfondimenti, interviste, analisi e tutto quello che non trova spazio sotto i riflettori dei “grandi” media.

icon for podpress  Ponte Radio - puntata 01 [7:10m]: Hide Player | Download

Ponte Radio ha un formato agile e di breve durata, all’interno del quale vogliamo portare alla vostra attenzione quelle notizie spesso trascurate, ma che siamo in grado di raccontarvi anche grazie alla rete di cooperanti di Un Ponte Per e a quella delle partneship di AMISnet.

Negli anni le strade di AMISnet e Un Ponte Per - di cui Osservatorio Iraq è un progetto di comunicazione – si sono spesso incrociate per sostenere e dare visibilità alle attività delle società civili del Mediterraneo e cercare di raccontare quest’area al pubblico italiano. Questa nuova sinergia è una naturale evoluzione delle collaborazioni più o meno occasionali che ci avevano visti vicini negli ultimi anni.

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Usa, aumenta l'ascolto delle radio on-line

da rockol.it

Il pubblico americano trascorre sempre più tempo all’ascolto delle radio on-line: 404,2 milioni di ore al mese, di media, nel 2007, pari al 26 % in più rispetto all’anno precedente. Il dato proviene da uno studio realizzato da AccuStream iMedia Research, che include nel computo anche i servizi di streaming musicale di Napster, Rhapsody e Yahoo! Music. Nel frattempo, è più che triplicato il fatturato pubblicitario delle inserzioni audio sulle emittenti Internet musicali (80 milioni di dollari, a cui si aggiungono 12/15 milioni di dollari provenienti da messaggi in video): secondo i ricercatori americani, il settore potrà generare a regime 525 milioni di dollari di introiti annuali.
La graduatoria delle Web radio più ascoltate vede al primo posto Shoutcast di AOL (48,4 % dell’audience complessiva), davanti a Clear Channel Online, Yahoo! Music, AOL Radio Networks e Pandora.
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Nasce oggi Radio Popolare Salento

da Puglialive.net

Nasce Radio Popolare Salento (www.radiopopolaresalento.it - www.primaveraradio.net), un progetto editoriale nuovo ma che raccoglie l'esperienza decennale dalla quale sorge: Primaveraradio.

Ed è da questo che vogliamo ripartire. Primaveraradio ha alle sue spalle una storia lunga, travagliata, fatta di momenti importanti e di momenti sconfortanti. Ma, a voler prendere in prestito le parole da qualcuno, continuiamo a sentirci un drappello di visionari cocciuti che crede che un territorio come il nostro abbia bisogno di qualcuno che provi a leggere la realtà in maniera critica. Che esca dal coro non per la vanità di dirsi diversi, ma perché convinti che un cambiamento necessario possa essere raccontato diversamente e dal basso.

Abbiamo in mano una risorsa unica, la radio, le sue frequenze, i suoi lavoratori, e abbiamo una storia che ci sprona e conforta. Vogliamo (ri)partire proprio dalla storia di Radio Popolare, la cui denominazione, sebbene vecchia di trenta anni, continua a rappresentare per noi una mirabile sintesi della radio che vogliamo fare. Popolare, appunto. Capace quindi di raccontare storie e renderle accessibili a chiunque. Capace di parlare di cultura non massificata senza per questo chiudersi in una torre d'avorio.

Ripartiamo forti di un segnale che raggiunge due città (Taranto, 107.3 mhz, Lecce 95.1 mhz) e tre province.

Ripartiamo da Popolare Network, il network che nasce da Radio Popolare Milano e che mette in comune una capacità di produrre informazione ampiamente riconosciuta a livello nazionale. (www.popolarenetwork.it).

Ripartiamo dal trasferimento della nostra redazione leccese all'interno delle Manifatture Knos (www.manifattureknos.org) il centro multidisciplinare dedicato alla cultura e all'arte contemporanea nato dalla ristrutturazione dei locali che ospitarono per oltre trent'anni la scuola di formazione professionale per operai metalmeccanici ed elettrotecnici creata dai Salesiani a metà degli anni '60 con i quali ci sarà un rapporto privilegiato di collaborazione. Così come, sempre all'interno della struttura salentina, (ri)troveremo la coop. Coolclub (www.coolclub.it) con i quali nasce spontanea la condivisione e la collaborazione sulle scelte musicali della nostra emittente.

Immaginiamo una radio capace di portare i suoi microfoni tra le strade e nelle piazze, capace di far parlare i protagonisti della città la sua gente, i comitati, le associazioni, i partiti, le istituzioni.

Nei primi quindici giorni proveremo un palinsesto completamente libero, attraverso il quale racconteremo cosa voglia fare, come vogliamo essere, qual è il rapporto che vogliamo stringere con gli ascoltatori e il territorio. Lunghe dirette trattando al di là della cronaca di: ambiente, integrazione e periferie, (i luoghi della) cultura , nuove economie, lavoro, mafie.
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Radio 105 diventa anche travel!


da travelblog.it

Da pochi giorni nell’universo dei tour operator c’è una new entry: si tratta di 105 travel, frutto della partnership tra radio 105 e il gruppo Ventaglio. Quest’ultimo si occuperà di tutta la gestione operativa, vista la sua lunga e consolidata esperienza in fatto di organizzazione di vacanze e viaggi, mentre Radio 105, attraverso i suoi dj, conduttori e canali di comunicazione, avrà il compito di unire all’emozione del viaggio quella della musica, con l’organizzazione di eventi e feste nei luoghi di vacanza.
Per chi viaggerà con 105 travel sarà a disposizione anche una card che darà diritto a “pass per i club più cool di Ibiza, gli sconti nei fashion store più glamour di Miami, l’ingresso nelle spiagge dei Vip in Costa Smeralda…, agevolazioni presso molti negozi e catene internazionali e inviti ad eventi e serate esclusive”.
Il sito 105travel.it è già on line ma sarà operativo solo da metà marzo, quando usciranno i cataloghi. Le proposte di viaggio saranno aggiornate attraverso sondaggi radiofonici; vedremo se 105 oltre che in radio riuscirà a conquistare un suo spazio anche nel campo dei viaggi.

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Una radio contro. L’emittente B-92 nel dramma jugoslavo

da agoranews.it

La casa editrice Bulzoni ha pubblicato recentemente il libro Una radio contro. L'emittente B-92 nel dramma jugoslavo di Eva Bajašević, con prefazione di Ennio Remondino, all'interno della collana Comunicazione/Spettacolo, diretta da Franco Monteleone.
 
L’emittente radiofonica B-92, nata a Belgrado con la frequenza 92.5 MHz in concomitanza con l’inizio dei tragici eventi che hanno colpito la ex Jugoslavia negli anni Novanta, si è rivelata un mezzo di comunicazione, informazione ed educazione indispensabile per i cittadini della capitale serba.
La grande capacità di questa radio era innanzi tutto quella di fornire al numero sempre crescente di ascoltatori l’energia necessaria per poter sopravvivere e reagire alla dittatura che si insinuava lentamente nel paese.
 
Nel libro si affrontano gli aspetti socio-politici e artistico-culturali che accompagnano la storia di questa emittente in continua evoluzione, fino ad arrivare al suo radicale cambiamento, ovvero alla sua omologazione agli standard dei più importanti mass media internazionali, avvenuta con la caduta del regime di Milošević nel 2000. Una ricerca sul campo, durata quattro anni, ha portato alla creazione e alla elaborazione di questo libro che affronta in maniera del tutto personale, e per la prima volta in Europa, il caso B-92.

 
Eva Bajašević, nata nel 1981 a Roma, si è laureata in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre. Le sue origini serbe l’hanno portata ad esplorare il multiforme universo dei Balcani, prestando particolare attenzione alla città di Belgrado, della quale ha ricostruito la fisionomia di una delle più interessanti, e politicamente centrali, esperienze di comunicazione radiofonica. Il fascino magnetico e misterioso di questo incontro/scontro di culture ha rappresentato il reale motivo di interesse.

Da questo racconto emerge il mio personale punto di vista, piuttosto singolare, di chi non ha vissuto questa radio - continua la scrittrice - ma l’ha amata profondamente, cercando di conoscerla, di comprenderne la collocazione all’interno di uno dei periodi più drammatici della recente storia europea, di afferrarne il segreto che ha reso un mezzo di comunicazione di massa così straordinariamente capace di “lavorare” soprattutto sull’individuo.

Una radio contro. L’emittente B-92 nel dramma jugoslavo
di Eva Bajašević, Prezzo € 13,00

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Nuovi studi per la web-radio che non vede

da L'Espresso

Per fare una radio «sono bastati una scrivania e due computer. E tanta passione». Nacque così, un anno fa, Radio Oltre, l´emittente via web dell´Istituto dei ciechi Francesco Cavazza.

Tra i suoi padri fondatori c´è Vainer Broccoli, 38 anni e una giornata frenetica, divisa fra l´insegnamento di informatica nella struttura di via Castiglione, il lavoro come centralinista all´Asl di San Lazzaro e gli impegni familiari. «Quando a inizio del 2007 mi proposero questa avventura, risposi: Perché no? Da allora questo progetto ambizioso è cresciuto in maniera acrobatica, con il contributo di Marco Ferrigno, mio compagno al microfono, e degli ingegneri Marco Mattioli e Luca Ciaffoni, che si occupano degli aspetti più tecnici». Quattro persone in tutto, due vedenti e due no, per un palinsesto che alterna tanta musica (un database di 4mila pezzi, fra hit italiane e straniere) ai notiziari di Radio Popolare, trasmessi con una lieve differita, e altri appuntamenti dedicati al mondo dei disabili e non solo.

Tra poco tempo l´emittente potrà fare un grosso salto di qualità, grazie allo studio radiofonico che l´istituto Cavazza sta per allestire in via dell´Oro: «Un ambiente che ci permetterà di lavorare in maniera più professionale, potendo dedicare più spazio alla diretta». Che per ora, come racconta Broccoli, è limitata alle occasioni tecnologicamente compatibili, come il convegno di questa mattina alla sede della Cisl di via Milazzo sull´istruzione e l´integrazione dei ciechi (dalle 10 in poi) e tre serate unplugged, a ingresso gratuito, all´istituto Cavazza.

Link: www.radiooltre.it
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Belgio: Alla Radio quiz a premi sulla pedofilia

da tendenzeonline.info

Come si intitola il libro delle memorie della moglie di Marc Dutroux? Qual è il nome del quarto complice del mostro di Marcinelle? Ma anche: come si chiamava l'automobilista belga che ha scatenato il terribile incidente nel tunnel del Monte Bianco? Sono queste alcune delle domande a cui i radioascoltatori della belga Bel Rtl hanno dovuto rispondere correttamente, di prima mattina, per poter sperare di vincere il premio in palio: un weekend nella Mayenne, ridente regione della Francia.

I due conduttori di questo singolare talk show con quiz annesso non si sono limitati ai grandi casi di pedofilia, ma hanno fatto domande, con competenza e entusiasmo, anche su altri "appassionanti" dossier della storia recente del paese, dagli 'amanti diabolici' alla famiglia di tappezzieri uccisa dal figlio minore l'anno scorso nella città vecchia di Bruxelles, fino al diciassettenne ucciso da un coetaneo che gli voleva rubare l'Ipod.

Vero è che la cronaca negli ultimi giorni sta riportando la pedofilia in prima pagina sui giornali belgi: oggi inizia il processo in assise per l'uccisione di due bambine nell'estate del 2006, mentre i giornali riportano la notizia che l'avvocato di due delle vittime del 'mostro di Marcinelle' possedeva a sua volta materiale pedopornografico.

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KOSOVO, RADIO MITROVICA: DIVISI ANCHE "ON AIR"
da apcom

Sulle due sponde del fiume Ibar, a Mitrovica, la città al nord del Kosovo spaccata tra serbi e albanesi, tutto è doppio: doppia etnia, doppia lingua, doppia valuta, doppia targa automobilistica interscambiabile, serba o albanese, a seconda della parte in cui ci si trova. E anche la radio è doppia. A sud del ponte, nella parte albanese, c'è Radio Mitrovica e la sua sede è chiusa: il nuovo Kosovo indipendente festeggia con tre giorni di vacanza.

Immersa nel lavoro è, al contrario, RadioKontaktplus, l'emittente nord che trasmette solo in lingua serba, dal nord di Mitrovica, dove ieri è stato organizzato il primo corteo di protesta contro il distacco del Kosovo dalla "madre Serbia". Oggi si dovrebbe ripetere, e ancora nei giorni a seguire, con il motto: "Non è finita". La radio serba-kosovara, però, ha una scaletta molto selettiva: la dichiarazione di indipendenza, domenica scorsa, è stata valutata di relativa poco importanza.

L'emittente ha coperto ieri minuto per minuto la manifestazione anti-indipendenza. "Ne avremo da scrivere l'intera giornata: la nostra è una radio di informazione contrariamente a quelle molto diffuse da queste parte che trasmettono un solo genere musicale, nella maggioranza dei casi folk, durante l'intera giornata", spiegava Jalena, con un pizzico di fierezza. Ventotto anni, una dei sei giornalisti che compongono la redazione di Kontaktplus. La radio esiste dal 2000 ed ha la personalità giuridica di organizzazione non governativa... Eppure di parte lo è.

"Abbiamo costituito un network di tutte le cinque radio che trasmettono dalle enclavi serbe in Kosovo ed alle 17, ogni giorno, trasmettiamo un bollettino informativo congiunto", ci spiega la nostra interlocutrice. Ma se passiamo alle relazioni con i colleghi albanesi, nonostante le rassicurazioni di "buoni rapporti" l'argomento diventa dolente". Non tarda ad arrivare la prova del nove di questa frattura che, giornalisticamente parlando, sfiora il paradosso: "No, domenica 17 febbraio non abbiamo dato grande rilevanza ai festeggiamenti albanesi per la dichiarazione di indipendenza: dall'altra parte andiamo solo se ne vale la pena, quando succede qualcosa di realmente importante".

Risposte che lasciano basiti: un evento trasmesso live in mondovisione dai più grandi media internazionali, per RadioKontaKtplus non è "realmente importante".
"Eravamo in carenza di personale quella mattina e dobbiamo tener conto anche dei problemi di budget quando si tratta di mandare degli inviati in trasferta".
Peccato che in questo caso la "trasferta" avrebbe comportato uno spostamento di qualche centinaia di metri. Ma trattandosi di quel ponte sull'Ibar, qualche metro è più distante di una vita.
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Radio della speranza in Kosovo
da Voceditalia.it

La voce del militare della KFOR (Forza militare di pace in Kosovo) è categorica: “cambiare la targa appena si entra in Kosovo”. I soldati potrebbero non rispondere di ciò che dovesse accadere. In alcune zone meglio circolare senza targa, l’indecisione potrebbe salvare qualche vita.

Anno Domini: 1999. Il Kosovo è in fiamme. L’orrore che si respira e si vive è difficile da descrivere. E’ passato solo un anno da quando Milosevic ha tolto l’autonomia stabilita da Tito alla regione e la lingua albanese è vietata da un anno.
E ancora orrore, sterminio di massa, pulizia etnica, morti sgozzati per strada, donne violentate, esecuzioni sommarie, fosse comuni.
Questo è lo scenario che le truppe italiane trovano il 12 giugno 1999 mettendo piede nell’area dell’ex repubblica di Jugoslavia, dopo che la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell'ONU ha autorizzato l’intervento della forza multinazionale nell’area.
L’etere tace. I mezzi di comunicazione sono annientati, come l’identità e la speranza di due popolazioni fino a qualche tempo prima cordialmente e pacificamente conviventi.

Pec era un tempo una città termale dove la nomenklatura serba andava in vacanza. All’arrivo del primo contingente appare una città deserta, piena solo di cani randagi.
E’ in questo scenario che si svolge il piccolo miracolo italiano, quella voce di speranza che dai 97 Mhz arriva in tutte le case del territorio.
Al generale Del Vecchio è stato dato poco tempo per reperire un ripetitore e le apparecchiature ma il 12 agosto 1999 Radio West (http://www.esercito.difesa.it/root/chisiamo/radio_west.asp) è già on air.
C’è l’impegno della RAI nella fornitura del supporto tecnologico e nella realizzazione dello studio radiofonico, poi arriva RTL 102.5 che permette l'ampliamento del segnale e l'installazione di un potente ripetitore.
Il Tenente Colonnello Scalas diviene l'anima di Radio West a Pec, come in passato lo era stato di Radio Ibis a Mogadiscio.
Di pari passo col lavoro operativo va avanti quello mediatico: la radio viene dotata di un vero e proprio palinsesto ed iniziano le prime trasmissioni in portoghese e spagnolo per i contingenti portoghese e argentino inglobati nella brigata italiana. Informazioni e giornali radio nelle tre lingue si aggiungono a canzoni ed intrattenimento. Ma l’etere libero e la necessità di comunicare ed informare la popolazione locale in breve tempo diviene una necessità e dà un nuovo impulso al progetto Radio West.
Si aggiungono così programmi in serbo ed albanese e le informazioni su viabilità e meteo fornite dall'Aeronautica militare italiana di stanza a Giakova.
Sotto la direzione di Arcangelo Moro, Radio West diventata un punto di riferimento per la popolazione locale, grazie ai telegiornali trasmessi nelle rispettive lingue, rubriche per bambini o d’apprendimento come “Imparo Italiano” una sorta di didattica via etere per far conoscere la lingua italiana. Si parla della pericolosità delle mine (indirizzati in particolare ai bambini), della restituzione delle armi e munizioni da parte dell'UCK (l'esercito di liberazione del Kosovo), della prevenzione degli incendi, dell’esplosione degli ordigni, della ricerca di personale scomparso.
La Telecom mette a disposizione dallo Stato Maggiore dell'Esercito un numero verde al quale telefonare sia dal Kosovo che dall’Italia, un modo per far sentire a casa anche il contingente italiano.

Ma la storia di Radio West non è l’unica in Kosovo. Nella piccola cittadina di Gorazdevac, infatti, nel 2000 nasce una nuova emittente retta da volontari: Darko Dimitjevic che con altri amici poco più che ventenni porta avanti l’emittente con l’aiuto di un computer, raccogliendo informazioni dai giornali e dai siti web o mediante interviste chiedendo passaggi ai militari dell’ONU. La Radio è soprattutto un luogo di incontro per i ragazzi che si vedono il venerdì sera prima di andare al pub, durante la settimana per raccontare la vita di tutti i giorni o per sentire in anteprima le notizie dal Kosovo. Di solito per le dediche chiamano ascoltatori appartenenti a tutte le etnie, principalmente serbi ma anche bosniaci e qualche albanese.
Senza scorta militare sarebbe impossibile attraversare le enclave serbe e la radio è praticamente l'unica via di collegamento tra le zone ancora abitate dai serbi, tanto che con altre cinque radio costituisce un radiogiornale quotidiano, Dnevnik.

La radio è una voce che echeggia in una città ormai deserta: 800 persone, tutti contadini, le altre sono tutte fuggite o vivono ora nei campi profughi in Serbia.
I serbi ascoltano Radio Gorazdevac sui 102.5 Mhz tranne quando manca la corrente. Dal 1999, l'anno dei bombardamenti NATO, infatti la corrente è alternata da frequenti black out che spengono anche la radio non dotata di un generatore.
Ma è il male minore perché niente corrente significa anche niente riscaldamenti, niente fornelli e niente acqua calda. Dalle radio a pile, allora, torna a farsi sentire Radio West con i suoi speaker improvvisati dai dialetti più disparati, i loro saluti, la loro professionalità appresa on air. Nel 2003 la sua storia è diventata un film.

Poco invece si conosce della stessa passione e dello stesso sforzo che spinge il personale di radio Goraždevac ad andare avanti, con mezzi di fortuna, nel portare parole di pace e rassicurazione via etere. Un angolo di convivenza in uno scenario mediatico governato dall’odio e dalla disinformazione che genera violenza.
Nell’enclave di Goraždevac vivono circa 600 persone senza servizi sanitari e senza lavoro. Radio Goraždevac è ascoltabile tutt’oggi in alcune aree del Kosovo sui 102.5 Mhz, quando c’è corrente.

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Fiorello: alla radio in onda l’antipolitica

da Quotidiano.net

Tormentoni elettorali per il ritorno di Fiorello e Marco Baldini su Radio2. "Tu non mi levi l'immondizia, io non ti voto", è l'iniziativa contro la spazzatura nelle strade lanciata nel corso della prima puntata di 'Viva Radiodue', il programma campione d'ascolti tornato oggi dopo una pausa di sette mesi.

Tra le novità della puntata, la campagna contro la spazzatura in Campania: "Ribaltiamo la questione -hanno detto i due conduttori- di solito il politico prima promette e, in base alle promesse, il cittadino vota. Facciamo così: se entro il 13 aprile l'immondizia non viene tolta dalle strade, noi non votiamo".

Fiorello e Baldini hanno anche lanciato una raccolta di sms con possibili soluzioni al problema. Spazio anche alla par condicio, altro tormentone della puntata, e a qualche battuta su Rutelli ("si candiderà a sindaco di Roma: il simbolo del partito è una foto di Barbara Palombelli che allatta Romolo e Remo"), Sandro Bondi e Giuliano Ferrara. Fiorello si è poi cimentato nell'esilarante gag telefonica dell'imitazione di Silvio Berlusconi che si è spacciato prima per un fioraio che doveva consegnare i fiori della libertà, poi per un tronista della libertà di Maria De Filippi fino ad arrivare ad un cittadino che cercava un veterinario per i suoi pesci malati Ulderico, Caligola e Diocleziano, ovvero UDC.

Non è mancato un classico come l'imitazione di Nanni Moretti, arrabbiato con i tedeschi che hanno criticato il film 'Caos Calmo' ('La Merkel è brutta e Derrick ha il parrucchino', ha detto Fiorello-Moretti).

Tra le chicche, un brano house intitolato 'One Point' costruito sulle registrazioni delle conversazioni ai box del Gp di Formula 1 che ha dato la vittoria alla Ferrari di Raikkonen.

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La clausura di suor Francesca: io, il convento e la radio

da L'Espresso

Quando il Genoa gioca in casa, suor Francesca esce sul terrazzo del monastero delle Clarisse Cappuccine in via Chiodo, nella parte alta di Castelletto. Ormai, dopo tanti anni, ha imparato a decifrare i boati che il vento fa arrivare dallo stadio Ferraris e a capire come sta andando al suo Genoa: «Ho fatto così anche per gli ultimi Mondiali, era estate c´erano le finestre aperte e, cercando di captare i commenti ad alti voci dei gruppi riuniti intorno alle televisioni, ho capito che l´Italia era diventata campione del mondo».
Suor Francesca ha scelto la clausura, non può avere contatti con il mondo esterno ad eccezione di rari permessi che devono essere accordati dalla Madre Badessa. E tutti vengono utilizzati in funzione del Genoa. «Ho 70 anni - racconta - sono entrata in clausura che ne avevo 45. Ero infermiera, ero stimata e rispettata, ma dentro di me la vocazione era troppo grande. Quando sono entrata in convento ho lasciato tutto fuori, solo il Genoa è entrato insieme a me». Nella sua piccola cella c´è solo l´essenziale: un letto, un tavolino ed una sedia: «Siamo Cappuccine e Santa Chiara aveva chiesto e ottenuto il grande privilegio della povertà». Il superfluo è solo rossoblù: foto dei calciatori della squadra del cuore, un cuscino ed un bicchiere con il Grifone. E Giorgio, l´ortolano del convento, il lunedì gli fa arrivare il giornale con la cronaca della partita: «Ma solo se il Genoa ha vinto o pareggiato». Si tiene informata, disserta anche di tattica: «Come deciderà Gasperini di giocare il derby? Io credo che punterà sul 3-4-3, quel modulo ormai i suoi giocatori lo conoscono a memoria. Certo che la marcatura di Cassano è un problema, sento dire che una gabbia di più giocatori intorno sarebbe la soluzione migliore. Mi auguro solo marcature molto strette perché un po´ troppo spesso pigliamo gol da polli».
Ha uno spiccato senso degli humor, racconta di quando era ragazza e viveva a Pontedecimo: «Ed erano davvero i tempi di Don Camillo e Peppone. Ricordo il periodo delle elezioni: uscivamo dalla chiesa dopo le funzioni per il mese Mariano senza che nemmeno ci fosse permesso di guardare dall´altra parte della piazza dove c´erano i comunisti che facevano i comizi». La vocazione già forte è emersa definitivamente in Africa, quando da laica è stata chiamata a sostituire una suora-infermieria: «E non si può capire senza esserci stati.... Facevamo centinaia di chilometri solo per mettere una flebo».
Suor Francesca è malata, ma ha una grande serenità e non ha perso la sua ironia. «Mi hanno bombardato con la chemio, mi sentivo un kamikaze... Quando mi sono presentata a San Pietro, mi ha però detto che c´era ancora il derby da giocare e da vincere». Questa partita alla quale lei tiene così tanto, la Madre Badessa le permetterà di sentirla alla radio: «Ma le radiocronache di Brenzini, mi fanno venire il cuore in gola. Domenica scorsa ero al Galliera, ho seguito in diretta Livorno-Genoa e mi sono detta: "qui va a finire che muoio prima del tempo..."». Domani sotto la tonaca si metterà la maglia del Genoa con il numero sette, gliel´ha portata Marco Rossi che andata a trovarla qualche giorno fa: "È il mio capitano, mi ha promesso che vinceremo...».
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Lo scandaloso SIC della Gasparri

da aprileonline.info

In TV non c'è più concorrenza nella raccolta delle risorse. La legge non ha funzionato, non solo stando alle censure provenienti dalla Commissione europea per l'uso distorto delle frequenze, che costerà all'Italia una "procedura di infrazione" salatissima (circa 400 mila euro al giorno per tutti i contribuenti, quando si pronuncerà l'Alta Corte del Lussemburgo); ma anche per l'analisi della stessa Autorità di controllo sulle TLC. E il 2007 si preannuncia ancora più disastroso su questo punto

Ora anche i dati freddi, statistici sul fatturato dell'intero settore dei media confermano che la controriforma Gasparri ha fallito. Secondo le rilevazioni annuali, sui bilanci delle società editoriali, nel 2006 nel settore delle TV siamo di fronte ad una concentrazione discorsiva del mercato.
La legge, insomma, non ha funzionato, non solo stando alle censure provenienti dalla Commissione europea per l'uso distorto delle frequenze, che costerà all'Italia una "procedura di infrazione" salatissima ( circa 400 mila euro al giorno per tutti i contribuenti, quando si pronuncerà l'Alta Corte del Lussemburgo); ma anche per l'analisi della stessa Autorità di controllo sulle TLC. E il 2007 si preannuncia ancora più disastroso su questo punto!

E' di 23,640 miliardi di euro il valore complessivo per il 2006 del Sistema integrato delle comunicazioni, il cosiddetto SIC introdotto dalla legge Gasparri, con un aumento del 2.92% rispetto al 2005 (22,144 miliardi). E' il dato ufficiale calcolato dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni per il Sic, in base al quale si calcola il tetto antitrust del 20% che nessun soggetto può superare e che per il 2006 risulta dunque pari a 4,72 miliardi. La tendenza per il 2007 è di un ulteriore tendenziale aumento della Tv, specie a pagamento e per Internet. Il settore, per l'AGCOM presenta "un consistente livello di concentrazione": analizzando, infatti, i dati aggregati relativi alle principali imprese e capogruppo di riferimento, emerge che 12 soggetti "occupano" nel 2006 il 74% del valore dell''area classica (circa 17,8 miliardi), quella che comprende tv, radio, stampa, editoria annuaristica ed elettronica.
Il grado di concentrazione del settore radio-tv, comunque, supera quello dell'editoria.

IL BOOM DELLA PAY TV - La fetta più consistente della "torta" del Sic è rappresentata dai ricavi di radio e televisione (8,503 miliardi, pari al 35.9% del totale): in particolare, la tv gratuita si piazza a quota 5,516 miliardi, la pay tv a 2,328 miliardi e la radio a 659 milioni. Se si paragonano questi dati con quelli del 2005, l'area televisiva si mostra come la più dinamica (+6.5%), grazie in particolare all'eccezionale risultato della tv a pagamento, cresciuta nel 2006 del 27% (a fronte di una lieve contrazione, pari al -0.7%, della tv gratuita). In particolare, oltre alla consistente crescita dei ricavi di Sky, aumentano notevolmente (+60%) i ricavi delle piattaforme digitali terrestri (essenzialmente Mediaset).

LA STAMPA E GLI ALTRI SETTORI - Al secondo posto si conferma la stampa quotidiana e periodica, con un valore di 7,129 miliardi, cioè il 30.1% del totale (3,479 miliardi per la stampa quotidiana nazionale e locale, 3,650 per la periodica). Terza voce, le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi (3,606 miliardi, cioe' il 15.3%). Seguono l'editoria annuaristica ed elettronica anche via Internet (2,145 miliardi, il 9.1% del Sic), così suddivisa: 930 milioni di ricavi per
l'editoria elettronica, 870 per quella annuaristica, 345 per le agenzie di stampa. Poi il cinema (box office e pubblicità), con 1,388 miliardi (5.9% del totale); la pubblicità esterna (587 milioni, pari al 2.5%) e le sponsorizzazioni (282 milioni, l'1.2%). In macrocategorie, domina la componente radiotelevisiva (35.9%), seguita dalla stampa quotidiana e periodica (30.1%) e dalla pubblicità su mezzi non convenzionali (19%).

LA PUBBLICITA' MACINA RICAVI - Sia per il settore tv che per l'editoria la componente più rilevante resta la pubblicità, con una quota del 56.1% per radio-tv (seguono i ricavi da pay con il 25.2%, il canone con il 17.6% e le convenzioni e provvidenze solo con l'1.1%), contro il 48.3% dell'area editoriale (seguono la vendita di copie e collaterali al 41.2%, i ricavi da prodotti e servizi di editoria elettronica con il 5.9%, quelli da servizi informativi delle agenzie di stampa con il 3% e, infine, convenzioni e provvidenze con l'1.6%).

CHI SALE E CHI SCENDE - A parte il boom della pay tv, rispetto al 2005, il valore dell'area stampa e' sostanzialmente invariato: risulta una lieve crescita della stampa quotidiana, con un'equivalente riduzione di quella periodica (intorno all'1.8%). Aumentano più del 10% la radio e l'editoria elettronica. Crescono (intorno al 3%) le agenzie di stampa, mentre sono in calo i film.

I 'BIG' DEL SIC - Questi i gruppi editoriali che sono al vertice, in ordine alfabetico: Caltagirone Editore, Class Editori, De Agostini Editore, Il Sole 24 Ore, Mediaset e Mondadori, Monrif, Rai, Rcs Mediagroup, Seat Pagine Gialle, Sky Italia, Telecom Italia Media. Dodici soggetti - rileva l'AGCOM - nel 2006 rappresentano il 74% del valore dei ricavi dell'area classica (circa 17,8 miliardi), quota che supera il 75% con riferimento alla sola pubblicità. Rispetto all'intero Sic, le quote sono stimabili rispettivamente nel 57% e nel 68%. Separando l'editoria e il settore radio-tv, nel primo caso le principali imprese occupano circa il 60% delle risorse, nel secondo oltre il 91%.
Sostanzialmente c'è un aumento, l'ennesimo, del valore del SIC. Crescono, insomma, i fatturati quasi del 4% soprattutto degli operatori del settore radiotelevisivo ed editoriale.
All'interno di questa analisi dell'AGCOM, si possono vedere alcuni fenomeni: c'è una leggera flessione della pubblicità dalla Tv all'editoria sull'1 e il 2%. C'è un aumento nell'ambito della Tv a pagamento del 2% (sia satellitare che digitale terrestre).
Dunque, a fronte di incrementi della quota da parte delle grandi reti TV, il complessivo SIC è di 23,6 miliardi di euro, di cui 8,5 sono del comparto TV e Radio (8% per TV). la TV free, quella gratuita, fa circa 5,7 miliardi , mentre la Pay arriva a 2,3. Il fenomeno è di una costante crescita della Tv a pagamento rispetto alla generalista.
Per come è fatta la legge, adesso non si può superare il valore del 20% del SIC, quindi è evidente che i grandi operatori Tv possono crescere ancora molto, proprio perchè è molto alta, si lamentano all'AGCOM: è una soglia smisurata per aumentare il giro di affari, che non ha eguali in Europa.

Questa la valutazione di Nicola D'Angelo, membro dell'AGCOM:
"Certo, è una soglia molto alta, tuttavia la legge già potrebbe dar luogo ad una valutazione anche da parte della stessa Autorità sulla dominanza specifica nei singoli mercati che compongono i SIC. Per il pluralismo la soglia è il 20%, ma a livello concorrenziale dei singoli mercati, che compongono il SIC, si potrebbe, come prevede la legge, fare una valutazione sulla dominanza dei singoli mercati, secondo il modello dettato dalle direttive europee sulla comunicazione elettronica in materia di mercato.E quindi, teoricamente potrebbe intervenire la stessa Autorità per verificare se c'è una distorsione in materia di risorse economiche, anche se la soglia del 20%, che tutela il pluralismo non venisse toccata".
Per l'ennesima volta, si dimostra che questo SIC non serve, ma addirittura diviene un elemento distorsivo, amplificando la concentrazione nel settore delle risorse economiche per la TV. Sarà quindi un banco di prova per l'Autorità, dopo queste rilevazioni, per intervenire anche tenendo conto della legge Gasparri per riportare il mercato ad una condizione di maggiore equilibrio.
Secondo Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21:
"Ci fa piacere che l'Autorità abbia compiuto questa analisi. Tuttavia, non dovrebbe essere difficile rilevare che non solo il duopolio esiste, ma che ha ulteriormente rafforzato la sua ferrea presa sulla raccolta delle riso economiche, con quel che ne consegue in termini di libero mercato. Siamo sicuri che l'Autorità saprà e vorrà indicare, adottare tutti i provvedimenti necessari per correggere quella che è un'oggettiva distorsione del mercato, che è destinata ad aggravare ulteriormente la posizione dell'Italia davanti alla Commissione europea".

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M'illumino di meno

da LaStampa.it

Oggi, 15 febbraio, dalle 17, accendete la radio, e sintonizzatevi con Caterpillar su Rai Radio2. E, alle 18, spegnete tutte le luci. Non abbiate paura del buio, perchè sarete in buona compagnia, in Italia e in Europa: dal Parlamento Europeo a Bruxelles al Colosseo, dal Foreign Office di Londra alla ruota del Prater di Vienna, dalla Repubblica di Malta al Principato di Andorra.

Stati, Comuni, luoghi simbolo, ma anche cittadini che con le loro «luci silenziose» aderiranno così alla quarta edizione della campagna lanciata dai microfoni di Caterpillar (in onda dal lunedì al venerdì alle 18.00 su Radio2), «M’illumino di meno», la Giornata del Risparmio Energetico patrocinata dal Parlamento Europeo, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Una gara a «chi spegne di più» -nel giorno precedente l’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto- che ha superato i confini di Radio2, contagiando il vecchio continente: un grande «silenzio energetico» che scenderà sull’Europa per ricordare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio.

«La radio -dice il direttore di Radio2, Sergio Valzania- non si vede, ha una vita riservata, le manca l’attitudine invadente e chiassosa della televisione. Le poche volte che decide di presentarsi dimostra uno stile deciso e un forte senso della necessità La radio si mostra in modo serio e meditato, al termine di un itinerario di lavoro, senza sguaiataggini ma con il senso del mondo. Questo è il sapore che riconosco in M’Illumino di Meno, piantina di ragionevolezza nata dentro Radio2, in un terreno favorevole, e anche per questo cresciuta fino a diventare un momento di incontro a livello europeo. Lo spegnersi delle luci nelle case, nei palazzi e attorno ai monumenti maggiori di tutto il continente diviene il fatto discreto nel quale la radio si mostra e attorno al quale convoca l’attenzione del suo pubblico, in questa occasione testimone problematico di fronte a tutta la società».

In Italia la campagna può contare anche quest’anno sull’adesione della Presidenza della Repubblica, di quella del Senato e del Consiglio dei Ministri, che abbasseranno le luci del Quirinale, di Palazzo Madama e di Palazzo Chigi, mentre da Londra il Principe Carlo di Inghilterra ha annunciato il suo convinto supporto all’iniziativa. «Siamo convinti -scrive a Caterpillar il presidente del Senato Franco Marini- che le Istituzioni debbano essere impegnare, esse per prime, nello sforzo, che ci deve accomunare tutti, per il risparmio delle risorse energetiche e la protezione dell’ambiente nel quale viviamo».

Nel nostro Paese rimarranno simbolicamente al buio tutte le più grandi città d’Italia e centinaia di piccoli comuni: si spegneranno l’Arena di Verona, la Mole Antonelliana e Piazza Castello a Torino, Piazza San Marco a Venezia, Piazzale Michelangelo a Firenze, il Maschio Angioino a Napoli, Piazza Maggiore a Bologna, il Duomo e Piazza della Scala a Milano, Piazza dei Miracoli a Pisa, Piazza del Campo a Siena, Piazza della Libertà a Bari, la Valle dei Templi ad Agrigento, la Fontana Maggiore a Perugia, il Teatro Massimo a Palermo, i castelli della Valle d’Aosta.

Numerose le adesioni delle ambasciate estere a Roma, come quella britannica, quella tedesca, quella portoghese, quella di Svezia e molte altre che spegneranno le loro sedi diplomatiche. Ma anche Parigi, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Palma de Mallorca, Lubiana e altre decine di piccole città della Germania, come Tubingen, della Spagna come Tarragona o come Chester in Inghilterra, Hargarita in Romania e Sens in Francia, si «illumineranno di meno.» Un «evento che ha un valore simbolico ed un effetto tangibile» dice -nella lettera con cui comunica il proprio patrocinio all’iniziativa di Caterpillar- il presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Pottering.

Ma, al di là delle adesioni ufficiali, l’invito è rivolto a tutti: per questo Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori di Caterpillar, dagli studi di Milano chiederanno agli ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e tutto il pianeta. L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 a partire dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani saranno così uniti da una sorta di gara a chi risparmia di più: una gara che lo scorso anno ha prodotto -secondo i dati di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale- un minor assorbimento di potenza sulla rete elettrica nazionale pari a circa 300 megawatt, equivalente al consumo di 5 milioni di lampadine. E tutto questo solo nei primi cinque minuti della messa in onda della trasmissione.

Nell’avvicinamento al 15 febbraio, Caterpillar ha inoltre dato voce al racconto delle idee più interessanti e innovative per razionalizzare i consumi d’energia, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi. Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, è possibile consultare le adesioni finora pervenute e aggiungere la propria, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri. Altri contatti con la redazione al numero 02 31992641 o alla mail caterpillar@rai.it.
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Una favoletta
da Bimbi.it

"L’amore è come il fulmine: non si sa dove cade finché non è caduto.” Per San Valentino Orecchio Acerbo propone una storia d’amore romantica e impossibile tra una coppia decisamente improbabile.
Il signor Giacinto amava tutti gli sport, e per questo motivo ascoltava la radio tutto il giorno. Teneva una radiolina costantemente attaccata al suo orecchio per non perdersi nemmeno una trasmissione sportiva: la corsa dei canguri o delle lumache, una partita di calcio o il lancio del cetriolo. Fino a quando tra l’orecchio e la radiolina, che stavano appiccicati 24 ore al giorno, non sbocciò l’amore! Da quel momento i resoconti sportivi furono interrotti da appassionati messaggi d’amore, la radiolina non volle più staccarsi dal suo amato, neppure per fare la doccia e l’orecchio non sopportò più che il signor Giacinto toccasse la sua radiolina… Come fare?
Dall’autore di Manuale dei calzini selvaggi, Angeles Jimenes, una storia esilarante, che, come per gran parte dei libri editi da Orecchio Acerbo, non ha un’indicazione chiara per l’età. Piacerà a tutti.

Qui si può “sfogliare” il pdf del libro.
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Francia: Sciopero TV e Radio statali contro la riforma Sarkozy

in diretta da Parigi!!

da tendenzeonline.info

Programmi ridotti all'osso oggi sulle reti televisive e radiofoniche pubbliche. I dipendenti di France Televisions e di Radio France hanno infatti indetto uno sciopero congiunto per chiedere che la soppressione della pubblicità  dalle reti statali, annunciata a sorpresa dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy durante la grande conferenza stampa dell'8 gennaio scorso, non si traduca nello smantellamento di fatto del servizio pubblico radiotelevisivo.

I sindacati della radiotelevisione pubblica, uniti per la prima volta dal 1974, quando fu smantellato l'ente unico Ortf, si chiedono infatti dove lo Stato troverà gli 1,2 miliardi di euro all'anno di mancato introito pubblicitario provocato dalla misura e temono la privatizzazione di una rete televisiva, dei licenziamenti o la riduzione dei mezzi a loro disposizione. I primi effetti dell'annuncio presidenziale hanno cominciato a farsi sentire, osserva oggi Libération: alcuni inserzionisti si sono ritirati e alcuni programmi sono stati bloccati, mentre France Televisions ha annunciato che prevede per il 2008 un calo della raccolta pubblicitaria del 20% rispetto alle previsioni.

Sarkozy aveva annunciato che esso sarebbe stato compensato da una tassa sugli operatori di telefonia mobile e i fornitori di accesso a internet, ma questi ultimi hanno detto di non volerne sapere, e ha promesso che il canone, attualmente di 116 euro all'anno, non verrà aumentato. Rimane poi il sospetto di un conflitto di interessi indiretto: alcuni dei principali beneficiari della misura, i proprietari delle reti televisive private TF1 e Direct 8, Martin Bouygues e Vincent Bolloré, sono amici intimi di Sarkozy. Bolloré è anche presidente di Havas, il sesto gruppo mondiale di pubblicità , ed è cliente del consulente Alain Minc, proprio colui che ha suggerito a Sarkozy la misura incriminata, come rivela oggi Le Monde.

Un suggerimento che ha consentito a Sarkozy di incentrare la conferenza stampa dell'8 gennaio sull'annuncio della fine della pubblicità sulle reti pubbliche, e di far passare in secondo o in terzo piano la spinosissima questione del calo del potere d'acquisto, diventata la prima preoccupazione dei francesi e sulla quale Sarkozy è in difficoltà.

Una cortina fumogena insomma, che ha anche consentito al presidente di tagliare l'erba sotto i piedi all'opposizione socialista, che non è mai riuscita a approvarla quando è stata al potere. Nel 1989, l'allora Primo minsitro Michel Rocard l'aveva proposta invano e da allora la "gauche" l'ha continuamente rinviata.

Ispirata nello stile a Francois Mitterrand, cui Sarkozy tenta malgrado le differenze ideologiche di ispirarsi, la riforma si ispira al vecchio presidente socialista anche nella forma: annunciata direttamente dal capo dello Stato, per evitare che possa essere depotenziata dall'intervento successivo delle lobby, dell'amministrazione e dei parlamentari. E quindi i principali interessati, il direttore di France Televisions Patrick De Carolis, quello di Radio France, Francois Cluzel, e quello della rete privata TF1 Nonce Paolini, hanno appreso la notizia in televisione, mentre seguivano la conferenza stampa di Sarkozy.

Dopo aver gettato il sasso nello stagno, Sarkozy dovrà ora indicare la soluzione. Nei prossimi giorni dovrebbe svelare il suo piano dettagliato per la televisione pubblica: compensazioni finanziarie, tassa sulla raccolta pubblicitaria delle tv private, nuove missioni per la tv pubblica. E, annuncia Libération, la probabile costituzione di una commissione di "saggi" incaricata di inquadrare la riforma.


In ogni caso la televisione italiana dovrebbe prendere ad esempio alcune cose da quella francese: soprattutto l'idea di far passare in sovrimpressione su tutti gli spot di merendine e dolci in genere messaggi che invitano gli spettatori ad una vita sana consigliando sport, movimento e di mangiare almeno 5 alimenti sani al giorno come frutta fresca, legumi e ortaggi.
Questo sciopero fa il paio con quello dei controllori di volo dell'aeroporto di Orly che mi tiene 'imprgionato' nella splendida capitale francese da ormai 5 giorni!!!
A presto


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Oggi l'anniversario della Radio Vaticana
da Alice.it

Era il 12 febbraio 1931 quando Papa Pio XI diffuse, alla presenza di Guglielmo Marconi, il primo radiomessaggio in latino. Ricorre quindi oggi il 77esimo anniversario dell'inaugurazione della Radio Vaticana, l'emittente della Santa Sede, che ogni giorno fornisce in tutto il mondo messaggi, discorsi e notizie del Pontefice e del Vaticano.
Dopo due anni dalla sua fondazione, nel 1933, si inaugurò la Stazione Radio a onde ultracorte, mentre nel 1939, la Radio seguì il Conclave e poi la cerimonia di insediamento di Pio XII. L'emittente pontificia si rivelò, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, un importante strumento d'informazione attraverso il quale vennero trasmessi numerosi appelli alla pace. Nel 1957 Pio XII inaugurò il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria e si potenziarono le trasmissioni rivolte verso Africa, America Latina e Asia.
Dopo l'elezione di Papa Giovanni XXIII, la Radio dedicò ai lavori del Concilio Vaticano II oltre 3 mila ore di trasmissione in 30 lingue. Nel 1964 la Radio Vaticana seguì il primo viaggio di un Papa all'estero in occasione del viaggio in Terra Santa di Papa Paolo VI. Fu proprio con Montini che l'emittente venne collocata nella nuova sede di Palazzo Pio, all'inizio di via della Conciliazione. Nel 1970 la Radio trasmetteva 20 ore al giorno in 32 lingue diverse.
Negli anni Novanta arrivano le trasmissioni satellitari e quelle via internet. Oggi il sito viene divulgato in ben 34 lingue, tra cui cinese, arabo ed ebraico.
Nel 2006 la Radio ha festeggiato il 75esimo anniversario con la visita di Papa Benedetto XVI. Attualmente vi lavorano circa quattrocento persone di 59 nazioni e trasmette in 40 lingue.
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Radio Digitale: Un passo avanti e due indietro

da ILoveRadio.Fm

In Gran Bretagna, dove è stata lanciata quasi un decennio fa, la radio digitale appare in crisi e per cinque stazioni di nicchia - in forte perdita a causa dell'insoddisfacente numero di ascoltatori - è già stata decisa la chiusura.
La crisi è venuta alla scoperto in tutta la sua gravità ieri quando la più grande compagnia del settore - GCap - ha annunciato la morte di altre due stazioni disponibili soltanto in digitale, TheJazz e Planet Rock. Con 360.000 ascoltatori al giorno la prima e 560.000 la seconda, né theJazz né Planet Rock riescono a mantenersi con la raccolta pubblicitaria e cesseranno le trasmissioni alla fine del prossimo marzo.
Tre mesi fa Gcp (che ha investito la bellezza di 110 milioni di euro per lo sviluppo della radio digitale) aveva fatto fare la stessa brutta fine a Core e Life e il 1 febbraio anche Oneword - una stazione specializzata nella lettura di testi letterari - è sparita dalle frequenze.

"La radio digitale ha avuto un decollo estremamente lento e non appare economicamente profittevole", ha dichiarato Fru Hazlitt - amministratore delegato di GCap - quando ha ieri spiegato il perché del disimpegno.
La signora Hazlitt ha indicato che la sua compagnia si concentrerà sull'Fm e punterà in particolare allo sviluppo di trasmissioni radiofoniche per gli Ipod. Al momento attuale il digitale viene usato in Gran Bretagna per circa il 10% di tutti gli ascolti radio ma la stragande maggioranza se ne serve semplicemente per accedere alle emittenti già presenti nello spettro FM (in primo luogo quelle della Bbc).
Le radio digitali di nicchia occupano appena il 4% del consumo complessivo e sono tutte in profondo rosso.
Sulla scia del drastico ridimensionamento deciso da Gcap gli esperti britannici si chiedono adesso se il Dab - la radio digitale - abbia ancora o no un futuro. Paradossalmente la vendita di ricevitori Dab prosegue a gonfie vele e nelle case del Regno Unito ce ne sono circa 6,5 milioni di esemplari. La molla che spinge all'acquisto non è però la possibilità di accedere ad un numero maggiore di stazioni (come avviene invece con la tv digitale terrestre) ma l'opportunità di una superiore qualità di suono (niente fruscii, niente interferenze) rispetto all'Fm.

-------- del resto, sul DAB, non ci avrei puntato 100 lire nemmeno quando... c'erano ancora le lire... :P ------
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eMarketer: cresce l’audience del podcast

da Quomedia

L’istituto di ricerca eMarketer ha stimato che l’audience totale del podcast negli Stati Uniti ha raggiunto i 18,5 milioni nel 2007. Da qui al 2012 il settore dovrebbe vedere una crescita del 251% a quota 65 milioni.
 
Di questi, 25 milioni potranno definirsi utenti attivi, che scelgono la soluzione almeno una volta a settimana. Trascinato dalla crescita dell’audience, l’investimento pubblicitario nel settore toccherà quota 435 milioni di dollari nel 2012, in crescita rispetto ai 165 milioni fatturati durante il 2007.

I fattori che hanno influenzato lo sviluppo del podcast, sempre secondo le valutazioni di eMarketer, la promozione della soluzione attraverso la radio tradizionale e la crescente penetrazione di dispositivi portatili che la sostengono.
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Le radio dell’odio hanno acceso gli animi ben prima delle elezioni del 27 dicembre
kenya

da fides.org

Nairobi (Agenzia Fides)- Anche in Kenya come in Rwanda prima e durante il genocidio del 1994 alcune radio locali hanno svolto un ruolo deleterio nell’incitare la popolazione alla violenza. Già durante la campagna elettorale che ha preceduto le contestate elezioni del 27 dicembre 2007, la Commissione elettorale del Kenya e le forze di polizia avevano chiesto di chiudere alcune radio che trasmettevano in lingua locale proclami di odio verso certe comunità e certe persone. Il Presidente della Commissione elettorale Maina Kiai aveva affermato che “Un discorso che incita all’odio è una violazione dei diritti umani perché incoraggia la violenza e va quindi fermato”.

Uno studio effettuato da un ente di ricerca locale durante la campagna elettorale aveva dimostrato come le radio in lingua locale dessero maggiore risalto ai partiti favoriti dai loro ascoltatori. Le stazioni della Provincia centrale hanno dato maggior copertura al PNU (Partito per l’Unita Nazionale del Presidente Mwai Kibaki) mentre quelle che trasmettono a Nyanza e nella Western Province favorirono l’ODM di Odinga. Le stazioni prese in esame dalla studio erano were Kass FM, Musyi FM, Egessa FM, Mulembe, Coro and Ramogi FM.

A Nairobi si è tenuta agli inizi di febbraio una sessione di studio sul ruolo dei media nel suscitare le recenti violenze organizzata da Internews, un’organizzazione non governativa californiana specializzata nell’assistere i media indipendenti in tutto il mondo. Secondo David Ochami del Consiglio dei Media del Kenya, molto prima dello svolgimento delle elezioni, le stazioni radio in lingua locale hanno sobillato lo scontro etnico spingendo gli ascoltatori a sostenere i candidati della propria tribù e ad avere cattivi sentimenti nei confronti delle persone provenienti da altre comunità. Un giornalista di una radio in questione ha fatto autocritica affermando che “l’odio etnico che la nostra radio propagandava nei confronti di coloro che sono esterni alla comunità era incredibile. Quello che è più triste è che noi abbiamo lasciato queste persone parlare in modo ignobile e noi abbiamo riso di questo”. Il giornalista ricorda che nelle redazioni si era creata una divisione tra i sostenitori di questo o quel partito che alcuni giornalisti hanno rifiutato di riportare notizie che non erano favorevoli al proprio candidato.

Nel corso del seminario è emerso però anche il positivo contributo di altri media nel riportare le notizie sugli scontri delle ultime settimane in modo obiettivo. Alcuni giornalisti hanno denunciato di aver subito minacce e intimidazioni.


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Rai promuove radio e cultura in Africa
da QuoMedia

La Rai, il Segretariato Sociale e la Città di Torino hanno promosso iniziative nei paesi africani, in particolare il Burkina Faso, per incoraggiare la diffusione della radio  e della cultura. Lo scopo è tenere un corso di formazione tecnico-gestionale e di comunicazione radiofonica per tecnici e giornalisti a cui parteciperanno 40 addetti alla comunicazione, tra cui dipendenti della Radio Municipale (RMO/fm) di Ouagadougou.

Il coinvolgimento del Comune torinese e del Segretariato  sociale è al quarto anno ed è spalmato su più iniziative: oltre al corso verrà realizzato il primo cinema al coperto del paese con 600 posti (si tratta della copertura di uno dei tanti cinema all'aperto di Ouagadougou) e anche quest' anno ci sarà una partecipazione al Fespaco (Festival Panafricano del Cinema e della televisione).

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Chi cambia stazione radio non lo fa per la pubblicità
da ansa.it

Chi cambia stazione radio non lo fa per la pubblicità: lo dice un'indagine di Ncp Ricerche, dedicata alle abitudini di ascolto in casa. Il 44.6% degli intervistati ha dichiarato di cambiare stazione durante l'ascolto, sintonizzandosi su un altro canale.
Perche' lo fa? La risposta e' inaspettata: perche' non apprezza la musica trasmessa. Questa dichiarazione va contro l'opinione comune che ritiene la presenza della pubblicita' il maggior deterrente alla continuita' dell'ascolto.

(Grazie e Giancarlo Gallitelli)
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Futuro roseo per radio e televisioni ispaniche
da QuoMedia

Il rapporto di Snl Kagan sulla situazione economica delle tv e radio statunitensi di ceppo ispanico ha previsto un futuro in crescita per il settore. Le quattro maggiori emittenti ispaniche negli Usa, Telemundo, Univision, Telefutura e Azteca America, hanno fatturato 1.3 miliardi di dollari nel 2007 e dovrebbero arrivare a quota 1,6 miliardi nel 2011. Le tv ispaniche in generale dovrebbero procedere con un tasso di crescita del 5,4% fino al 2011, mentre le entrate delle radio dovrebbero vedere un rialzo del 6% nel 2008.

Anche il bacino d’utenza è in continuo sviluppo, Snl Kagan ha previsto un aumento delle case ispaniche collegate a più piattaforme dagli 8,7 milioni del 2007 ai 9,7 milioni del 2011, mentre le abitazioni caratterizzate dalla sola presenza della tv passeranno da 12,1 milioni a 13,4 milioni nello stesso periodo.
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Cara politica come abbiamo toccato il fondo
da agendadelgiornalista.it

Una illuminante testimonianza sugli abusi di potere della dirigenza politica di turno che hanno determinato il declino del nostro paese. Un declino morale ancor prima che economico. “Cara politica come abbiamo toccato il fondo”, questo il titolo dell’ultimo lavoro di Milena Gabanelli e dell’intera squadra di “Report”, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Raitre. Un libro con dvd in cui vengono raccontate quattro inchieste attraverso le interviste realizzate dagli stessi autori: Giovanna Boursier, Sabrina Giannini, Bernardo Iovene, introdotto da una intensa prefazione di Milena Gabanelli, giornalista e conduttrice televisiva.
Il quadro che ci propone il libro è avvilente: un settore pubblico caratterizzato da mega consigli di amministrazione composti da undici-tredici membri, con compensi stratosferici e altrettante vertiginose buonuscite. Dirigenti pubblici con compensi inimmaginabili completamente svincolati dai risultati. Denaro pubblico speso a fiumi per finanziare o sistemare questo o quell’amico. Un quadro avvilente, dicevamo,  portato alla luce grazie al lavoro di giornalisti motivati da passione autentica per la loro professione e il cui difficile e rischioso lavoro ci permette di essere informati su quanto realmente avviene nelle pieghe nascoste della spesa pubblica. Un libro che ha, tra gli altri, un grande pregio: sconfigge l’indifferenza e fa arrabbiare. 
 
Titolo: Cara politica come abbiamo toccato il fondo
Autore: Milena Gabanelli, Giovanna Boursier, Sabrina Giannini, Bernardo Iovene
Edizioni: Bur - Rai Trade
pagine: 124 + dvd
Prezzo: E 19,50
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Europa 7 vince ancora in tribunale
Imageda Agendadelgiornalista.it

Ultimo round a Europa 7. E Francesco di Stefano, patron del canale televisivo, ora vuole danni e frequenze. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea infatti, interpellata dal Consiglio di Stato, ha affermato il diritto di Europa 7 a trasmettere in chiaro e boccia il sistema italiano di assegnazione delle frequenze televisive analogiche. Per la Corte di Giustizia il regime italiano “non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”.
Gli interventi normativi “hanno perpetuato un regime transitorio, con l’effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica”. È stato così di fatto impedito “l’accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze”, un effetto “consolidato dall’autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti”. Pertanto, per la Corte “l’assegnazione in esclusiva e senza limiti di tempo delle frequenze ad un numero limitato di operatori esistenti, senza tener conto dei criteri citati, è contraria ai principi del Trattato sulla libera prestazione dei servizi”.

Gli effetti della recente sentenza sono molto più ampi del singolo “caso Europa 7”, che pure si vede finalmente riconosciuti i diritti acquisiti solo in linea teorica nel 1999. Ma ricapitoliamo gli avvenimenti più importanti di questa storia. Nove anni fa, infatti, l’emittente, neonata televisione di Francesco di Stefano, aveva ottenuto dallo Stato la concessione per una rete nazionale, ma da allora non le sono mai state assegnate le frequenze su cui trasmettere. In quello stesso anno, in effetti, il Ministero delle Telecomunicazioni, con governo presieduto da Massimo D’Alema, autorizza non senza polemiche Rete 4 a proseguire le trasmissioni analogiche. Seguono anni di battaglie legali fino al novembre del 2002, quando la Corte Costituzionale stabilisce che nessun privato possa avere più di due frequenze (sentenza 466/2002). Il termine ultimo viene fissato al 31 dicembre del 2003. Intanto, però, è in cantiere la legge Gasparri per il passaggio al digitale, che di fatto annullerebbe il problema delle frequenze. Il Parlamento approva la legge nel dicembre del 2003, ma il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la rinvia alle Camere, facendo appello proprio alla sentenza della Corte Costituzionale. Interviene quindi il governo Berlusconi con un decreto legge del 24 dicembre 2003 grazie al quale la terza rete Mediaset può continuare a trasmettere e Rai Tre può proseguire nella raccolta pubblicitaria. La Gasparri viene definitivamente approvata nell’aprile del 2004. Sarebbe stata modificata dal disegno di legge di Paolo Gentiloni, ma la caduta del governo ha bloccato la riforma. Il disegno di legge prevedeva entro il 2009 il passaggio da rete analogica a digitale per un canale Mediaset e uno della Rai. Tra gli impegni del nuovo governo, chiunque lo presieda, certamente ci sarà quello di riordinare il sistema televisivo italiano.

Intanto, il “caso Europa 7” torna nelle mani del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sulla richiesta dell’emittente “volta ad ottenere – come si legge in un comunicato stampa della rete – l’assegnazione delle frequenze per potere finalmente trasmettere a livello nazionale, nonché il risarcimento dei danni finora subiti da Europa 7”. I pareri naturalmente sono discordanti. Per Mediaset la sentenza “non può comportare alcuna conseguenza sull’utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle nostre reti, inclusa ovviamente Rete 4. Il giudizio cui la sentenza si riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento danni proposta da Europa 7 contro lo Stato italiano e non può concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle frequenze”. L’azienda ribadisce infatti di essere pienamente legittimata all’utilizzo delle frequenze su cui opera. “La sentenza si riferisce alle frequenze – sostiene invece Francesco di Stefano, patron di Europa 7 – ora la palla passa al Consiglio di Stato ma, è ormai chiaro, ci devono dare le frequenze come era lampante sin dal primo momento ed è francamente allucinante e grottesco tutto quello che è accaduto”.

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Quel comma della legge italiana che "libera" gli mp3 su internet
<B>Quel comma della legge italiana<br>che "libera" gli mp3 su internet</B>

da Repubblica.it

ROMA - La nuova legge sul diritto d'autore autorizzerebbe gli utenti a pubblicare mp3 di musica protetta dal diritto d'autore. Ciò che finora è stato pirateria diventerebbe legale, quindi, a causa di una svista del legislatore. È quanto ha appreso Repubblica.it parlando con Andrea Monti, avvocato massimo esperto di diritto d'autore e internet, e che ha partecipato in prima persona allo studio della nuova legge. Ha fatto parte dei gruppi di lavoro, presso il Ministero dei Beni Culturali, per lo studio alle modifiche da apportare alla legge sul diritto d'autore. Il tutto è finito in un nuovo comma, che attende ora solo di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Non è più modificabile, essendo stato approvato da Camera e Senato.

Nel nuovo comma si legge "È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".
"Chi l'ha scritto non si è reso conto che il termine "degradate" è tecnico, ha un significato ben preciso, che comprende anche gli mp3, a pieno titolo", dice Monti. Come sanno tutti gli appassionati di musica su internet, infatti, gli mp3 sono una versione degradata (perché compressa) della musica originale. Dipende poi dal livello di compressione mp3 se questa degradazione è più o meno udibile dall'orecchio umano.

Di conseguenza, il comma permetterà "di pubblicare mp3 coperti da copyright, senza autorizzazione dai detentori di diritto d'autore: su siti web o anche su server peer to peer, il mezzo non conta. Lì si parla infatti solo di "pubblicazione su internet". L'importante - dice il comma - è che lo scopo sia didattico o scientifico, quindi per esempio posso immaginare un sito che pubblichi la discografia di un autore a scopo di commento e recensione. Oppure una rete peer to peer dei conservatori che mettono la musica a disposizione degli allievi, per studiarla. Tutti usi permessi, se si interpreta in modo letterale la legge".

Il comma è stato scritto dalla Commissione alla Cultura presso la Camera, il cui presidente (Pietro Folena) ha spesso ribadito di voler rendere più libera dai paletti del diritto d'autore la circolazione della musica. Però di fatto il nuovo comma si spinge troppo avanti con la liberalizzazione degli mp3 "e quindi - aggiunge Monti - credo sia una svista, dovuta al fatto che il legislatore non sa che anche gli mp3 rientrano nel concetto di musica degradata".

Che succederà ora? Perché scattino gli effetti della legge, si attende un decreto del Ministero, che fissi i criteri delimitanti gli usi didattici e scientifici (si noti bene, non i criteri relativi al termine degradato, che quindi non è più discutibile). Il comma infatti dice "Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all'uso didattico o scientifico di cui al presente comma".

Dopo il decreto del Ministero, la nuova legge porterà caos nelle cause sul peer to peer, "sarà difficile per un magistrato dare seguito a una denuncia penale o a un sequestro contro chi è accusato di violare il diritto d'autore su internet, visto che il comma autorizza molti scenari". È possibile però che si corra ai ripari, "che l'iter del decreto ministeriale sia rallentato e nel frattempo si affrettino di modificare la legge".

Pare l'ennesimo caso di legge che si occupa di questioni tecnologiche sconvolgendo, senza volere, gli esistenti paletti, per l'uso improprio di termini tecnici. "C'è un precedente: quando nel 2000 una legge autorizzava, per un errore terminologico, le smart card pirata della tv satellitare. Poi è stata modificata, ma nel frattempo nei processi sono stati assolti i pirati del satellite".

"La legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti", dice Enzo Mazza, presidente Fimi (Federazione dell'industria musicale italiana). "E per uso didattico si intenderanno solo i siti che si occupano ufficialmente di didattica, quindi istituzioni accademiche. Nemmeno i siti personali di professori". "Impossibile limitare così - ribatte Monti - perché la costituzione italiana consente a tutti i cittadini di fare divulgazione didattica e scientifica".
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Arriva la prima radio DAB+ al mondo

da cellulare-magazine.it

Dopo il debutto natalizio in Gran Bretagna, arriva anche in Italia la nuovissima REVO Blik RadioStation, la prima radio in grado di ricevere le trasmissioni DAB+  e di collegarsi via Wi-Fi a Internet, permettendo così di ricevere oltre 9.000 stazioni nel mondo, selezionabili per genere o nazione.

Prodotta da REVO Technologies (www.revo.co.uk), azienda scozzese leader nel settore audio digitale, REVO Blik RadioStation è la prima ad avere una tecnologia così avanzata da adattarsi ai nuovi standard audio DAB+, già introdotti in numerosi Paesi, tra i quali l’Italia grazie al supporto di RAI e dei consorzi Euro DAB Italia, Club DAB Italia e CR DAB.

L'apparecchio, oltre che sofisticato strumento digitale, è anche radio sveglia, sintonizzatore FM analogico e digitale DAB, altoparlante per l’IPOD (da cui il nome RadioStation).

Proposta al pubblico (completa di telecomando e manuale in italiano) al prezzo di 229 euro (Iva inclusa), ha un design decisamente innovativo ed accattivante e può essere utilizzata quale cassa amplificata per gli iPod® e i lettori MP3 in genere, trasformandosi così anche in un comodo riproduttore audio per file digitali. Inoltre, grazie alla possibilità di connetterla a PC e Mac, la Blik RadioStation è la radio ideale per ascoltare con la migliore qualità audio la propria musica digitale direttamente sul computer. Può essere comunque collegata anche ad amplificatori esterni o all’impianto Hi-Fi domestico tramite le uscite RCA preamplificate.

Lo standard audio digitale DAB (Digital Audio Broadcasting) è il sistema radio di nuova generazione capace di offrire un sostanziale miglioramento della qualità audio, del numero di servizi e della varietà di scelta dei canali. Nato oltre 10 anni fa, in Italia non è mai decollato per vari problemi fra i quali, ad esempio, affollamento e sovrapposizione tipici delle nostre frequenze.

Il DAB+, dunque, intende proseguire quanto il DAB non è riuscito a fare ma, questa volta, dispone di armi tecnologiche più affilate: grazie a una maggiore capacità di compressione (Mpeg 4 invece di Mpeg2), infatti, permette di raddoppiare o addirittura triplicare il numero dei programmi trasmessi in un singolo bouquet (per esempio 30 contro i 10 del DAB).
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Musica e news in ogni momento con e-Mobile Radio!

e-Mobile Radio

da onemobile.it

Gli aspetti multimediali sono tra quelli più richiesti da parte degli utilizzatori dei palmari, e sono sempre più frequenti le proposte di software per sfruttare al meglio le potenzialità audio e video che ci vengono offerte.
Le radio web stanno prendendo sempre più piede anche a livello mobile, in quanto è possibile contare da una parte su tariffe dati più convenienti, e dall’altra sulla più frequente integrazione dell’interfaccia Wi-Fi.
Un'ulteriore conferma arriva dall’applicazione  e-mobile Radio per Windows Mobile, nata proprio per chi desideri ascoltare notizie e musica in ogni situazione mobile, al di là dei soliti brani MP3.
Il primo punto da sottolineare è che non è necessario sottoscrivere alcun abbonamento, per cui gli unici costi saranno eventualmente quelli da versare al proprio provider telefonico per il puro collegamento Web.

All’avvio dell’applicazione viene proposto un pratico menu che elenca oltre 70 radio accorpandole secondo i principali generi musicali disponibili, rendendola quindi particolarmente interessante sotto il profilo dell’immediatezza d’uso.
Naturalmente si possono creare degli elenchi personali per arricchire la selezione in base ai gusti personali, inserendo anche collegamenti relativi a radio che diffondono news di ogni genere, sia nazionali che internazionali.

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Streaming integrale su Last.fm: da radio a juke-box 2.0
da mytech.it

Svolta in arrivo per Last.fm, il più diffuso servizio 2.0 musicale, da qualche mese sbarcato anche in Italia.  D'ora in poi lo streaming delle tracce audio non sarà più limitato ai canonici 30 secondi. Ma potranno essere ascoltate integralmente, grazie al nuovo accordo con le principali major del settore.
Il sito si appresta così a diventare il più grande archivio musicale on-demand disponibile online: più che una radio personalizzata, sarà un juke box-2.0. Certo, sono previste delle limitazioni: ogni iscritto potrà ascoltare un massimo di tre volte ciascuna traccia; dopo di che il servizio ci rimanderà ai normali store online (tipo iTunes).
Al di là dell'evedente scomodità di quest'ultima clausola, ci sono anche chiari segnali di cambiamento da parte dell'industria discografica: lentamente, stanno cadendo un po' tutti i paletti che fino ad ora hanno caratterizzato l'ascolto di musica online (favorendo, di rimpallo, il download illegale sulle reti peer-to-peer). Prende sempre più piede, invece, il modello di business che prevede l'ascolto gratuito e la monetizzazione attraverso la pubblciità.
E infatti, la nuova funzionalità di Last.fm sarà finanziata proprio grazie a un nuovo sistema di advertising. Il servizio dispone di profili personalizzati sui gusti musicali di ciascun iscritto. Che ora potranno essere "sfruttati" per monetizzare e poter pagare le salate royalty imposte dalle major. Dal canto loro, gli inserzionisti potranno lanciare campagne di marketing sempre più mirate.
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