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Azerbaigian: Ue critica Baku su stop trasmissioni radio straniere

da Ap - Nuova Europa

Bruxelles, 31 dic. (Ap-Nuova Europa) - Dopo gli Stati uniti, anche l'Unione europea ha criticato l'Azerbaigian per aver bloccato le trasmissioni di alcune emittenti radiofoniche occidentali, tra cui Radio Free Europe/Radio Liberty, Voice of America e Bbc.
La commissaria europea alle relazioni con l'esterno Benita Ferrero-Waldner ha lamentato il fatto che la decisione del governo priva gli ascoltatori di "fonti d'informazione di valore e indipendenti".
La decisione azera segue un trend iniziato nel 2007, quando l'istituzione ha deciso di cominciare a limitare le frequenze nazionali destinate ai network stranieri.
All'inizio del 2008 il consiglio aveva già preavvertito le televisioni e le radio straniere che sarebbero state messe fuori dall'etere. Ha inoltre consigliato le emittenti di passare via cavo o via satellite.
Radio Free Europe/Radio Liberty, che in Azerbaigian opera col marchio Radio Azadliq, ha scritto nel suo sito internet che, secondo gli osservatori, la decisione rappresenta un'ulteriore prova che nel paese del Caspio sia in corso una dinamica repressiva nei confronti della libertà di stampa.
L'emittente ha inoltre ricordato come dal 2007 Baku ha registrato il triste record di essere il paese della regione che ha imprigionato più giornalisti.
Il blocco alle emittenti radio straniere viene mentre si prepara il referendum di marzo, che deciderà sulla possibilità di eliminare il limite massimo di numeri di mandati per il presidente. L'attuale capo dello stato Ilham Aliev, se dovesse passare il referendum, potrebbe essere eletto per un numero indefinito di mandati. Attualmente è al secondo.

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Gabriel: progetti per il 2009

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Somalia: Miliziani islamici chiudono radio HornAfrik a Chisimaio

da apcom

I miliziani islamici al Shabab (giovani, ndr) hanno chiuso la scorsa settimana l'unica stazione radio attiva nella città somala di Chisimaio, 500 chilometri a sud di Mogadiscio. Lo ha denunciato il direttore dell'emittente HornAfrik, Ahmed Mohamed Aden, al Committee to Protect Journalists, che ha sede a New York.

Una decina di miliziani hanno fatto irruzione negli uffici della stazione radio il 13 dicembre scorso e hanno consegnato al direttore un provvedimento firmato da Hassan Yaqub Alil, responsabile per l'Informazione dell'amministrazione islamica della città, in cui si accusa l'emittente di trasmettere musica e informazione "anti-islamica". L'organizzazione Committee to Protect Journalists ha quindi lanciato un appello ad Alil perchè "riveda la sua decisione e consenta all'unica stazione radio di Chisimaio, HornAfrik, di riprendere le trasmissioni", sottolineando come "il flusso libero di notizie sia nell'interesse del Paese".

I miliziani hanno fatto irruzione negli uffici della radio la sera del 13 dicembre, subito dopo la messa in onda di un servizio sulle vittime civili degli scontri scoppiati tra gli Shabab e la milizia locale della città di Dobley, situata nei pressi del confine con il Kenya. Il portavoce dell'amministrazione islamica aveva riferito di sette morti su entrambi i fronti, senza riportare vittime tra i civili.

HornAfrik aveva festeggiato il suo 12esimo anno di attività solo il giorno prima del raid. Uno dei fondatori della radio, Ali Sharmarke, è rimasto ucciso nel 2007.

Il porto di Chisimaio è finito sotto il controllo di una coalizione di forze fedeli al leader Hassan Turki e degli Shabab lo scorso 23 agosto. Turki è accusato da Washington di terrorismo. Alla fine di ottobre, le Corti islamiche hanno emesso ed eseguito una condanna a morte per lapidazione di una bambina di 13 anni, vittima di stupro.

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Radio su cellulare per un italiano su cinque

Oltre un italiano su cinque (22%) usa il proprio cellulare per ascoltare la radio. Il dato emerge dal Rapporto Iem della Fondazione Rosselli diffuso oggi in occasione del Summit sull'industria della comunicazione, secondo cui la percentuale distingue il nostro dagli altri Paesi europei: a fruire del mezzo radiofonico via telefonino è il 13% dei francesi, il 14% dei tedeschi e il 18% dei britannici. Rispetto alle altre nazioni prese in esame, inoltre, la radio in mobilità in Italia soffre meno il distacco dall'Mp3. Dal rapporto sull'industria della comunicazione in Italia, infatti, emerge che le canzoni in formato digitale vengono ascoltate sul cellulare dal 27% degli italiani, soltanto il 5% in più rispetto alla radio. La forbice è al 6% nel Regno Unito, al 9% in Francia e addirittura al 13% in Germania. L'Italia si caratterizza poi per l'influenza positiva che Internet ha avuto sulla fruizione della radio. Sempre in base ai dati nel rapporto, il 20% degli intervistati ha dichiarato di ascoltare di più la radio tradizionale dall'avvento del web, contro il 16% che la ascolta di meno. Il trend è inverso negli altri Paesi: il 22% dei tedeschi, il 21% degli inglesi e un francese su tre hanno diminuito la fruizione, a fronte di un 14-15% che l'ha aumentata.
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Kirghizistan/ Bbc Radio riprende le trasmissioni

da ansa.it

Il servizio kirghizo della Bbc Radio ha ripreso le trasmissioni, dopo aver risolto una serie di problemi con la radiotelevisione nazionale del paese centro-asiatico. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa Ferghana.ru.

L'emittente britannica gestisce il suo servizio kirghizo da 12 anni, pagando alla radiotelevisione nazionale l'utilizzo delle frequenze. Secondo quanto scrive Ferghana, dietro lo stop deciso a ottobre si sarebbero verificati problemi di natura tecnica e finanziaria.

Assieme alla Bbc a ottobre è stata bloccata anche l'emittente Radio Azattyk, che è la denominazione locale di Radio Free Europe/Radio Liberty (Rfe/rl), emittente sponsorizzata dal Congresso degli Stati uniti. Secondo quanto riferito dalla radio a stelle e striscie, le autorità kirghize avrebbero voluto conoscere in anticipo i contenuti delle trasmissioni.

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Sciopero generale, diretta dalle 9 alle 18 su RadioArticolo1

da radioarticolo1.it
[comunicato stampa]

Collegamenti con 100 piazze, diretta di Epifani
Commenti di economisti, giornalisti e personalità della cultura
Cronache e scambi di servizi con emittenti locali e web tv

Domani, venerdì 12 dicembre,  www.radioarticolo1.it, la web radio del lavoro seguirà in diretta tutte le fasi dello sciopero generale indetto dalla Cgil. Lo speciale avrà inizio alle 9 per concludersi alle 18.

Durante la lunga non stop sono previsti collegamenti con tutte le piazze interessate dalle manifestazioni e dai comizi con interventi in diretta dei dirigenti del sindacato. Dopo la trasmissione in diretta audio e video del comizio di Guglielmo Epifani previsto a Bologna per le 12.30, si alterneranno opinioni e interventi di economisti (da Paolo Leon a Silvano Andriani e Laura Pennacchi), esponenti del mondo dell’associazionismo (tra cui Paolo Beni, presidente Arci,  e Giulio Marcon, coordinatore della campagna Sbilanciamoci, Rosario Trafiletti presidente di Federconsumatori), della cultura (da Andrea Camilleri a Lidia Ravera, da Ascanio Celestini a Moni Ovadia), e giornalisti (i direttori del Manifesto Gabriele Polo, dell’Agenzia Area Renato Sorace, del settimanale Carta Pierluigi Sullo, del quotidiano on line Aprile Carla Ronga, di Rassegna Paolo Serventi Longhi, ai redattori sindacali dell’Unità Felicia Masocco e della Stampa Roberto Giovannini).

Previsti infine molti collegamenti e momenti di interattività con numerose emittenti locali e web tv.

CONTATTI
Elisa Galantini
Radio Articolo 1
Via dei Frentani, 4/A - 00185 Roma
telefono: 06 40043376-7
www.radioarticolo1.it
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Iraq: Madre e due figli uccisi da una bomba nascosta in una radio

da iltempo.it

Baghdad, 6 dic. (Adnkronos/Xin)- Una madre irachena e i suoi due figlioletti sono morti per l'esplosione di un ordigno che era nascosto in una radio. Lo hanno riferito le forze di sicurezza della citta' di Balad Ruz, 75 chilometri a nord est di Baghdad, dove e' avvenuto l'attentato. I due bambini hanno trovato ieri pomeriggio l'apparecchio radiofonico in strada e l'hanno portato alla madre. Appena la donna l'ha acceso, l'ordigno e' esploso uccidendo tutti e tre. Secondo le forze di sicurezza della provincia di Diyala, dove si trova Balad Ruz, i gruppi legati ad al Qaeda cercano in continuazione nuovi sistemi per condurre gli attentati in modo da creare il panico fra la popolazione.
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