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PORNOcrazia
Morto un Papi...
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TG= Tranquille Galere
tranquillo...
va più o meno così...sei un mignottaro.
Diciamo che deflori (o resti lì a guardare) aspiranti veline ( di certo "aspiranti"), mentre cavalcano opportunità a Palazzo Grazioli (o giù di lì"), e domani potrebbero esser Ministre o Sotto-segretarie (chissà perchè "Sotto-")...
Il problema diventa il COMPLOTTO, non il FATTO in sè...
Segue una sequela - più meno elucubratoria - di dichiarazioni e disappunti dei famigli.
Cicchitto, Bondi, Capezzone, Gasparri...
Parole, nient'altro....parole...

Allego orazione contro Catilina:
Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil Urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua con silia non sentis?

(Per chi non sa il latino):
Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza? (e di altrui deretani...?)



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ANALogico senza Fede
mattino a roma
E di colpo ti sembra che tutto profumi di nuovo. Anche la cacca blu dei quadrupedi di signore benestanti dei quartieri Prati e Coppedè.


Gli uccellini che cinguettano varipionti, da qualche parte e i garbati tassisti romani che quasi non imprecano dinanzi alle cyber-mogli di professionisti col SUV.
Dai tetti e dalle antenne circostanti si odono solo gemiti di stupore dinanzi al cambiamento.
"Mortacci loro! Qua nun se vede più Magalli!"
Rai 2 diventa di colpo inesistente, come una divinità in un paese senza religioni.
Ma mi è ancor più cara la sera, quando so che - nella mia ignoranza analogica di utente ipo-tecnologico - faticherò ad acquistare un decoder.
Per sempiterne sere resterò così.
Senza Fede.


emilio fede 
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VENTOTTO GENNAIO MILLENOVECENTOSETTANTACINQUE
andrea pazienza 

Ciao bella 

sto fumando una sigaretta, ho appena finito di pranzare, e sto battendo a macchina questa nella stanza di Nicola e Robby, poiché Gino, dopo una notte insonne, non si è ancora svegliato. 

Mezz’ora fa, aggrappato a un telefono in un bar, ti parlavo. 

Odio il telefono. 

E’ uno strumento freddo e distante, incapace a far trasparire il benché minimo sentimento, ed assolutamente xxxxxxxx inadatto come mezzo di augurio. 

E i miei, stamane, volevano essere i più sinceri possibili, non solo in apparenza ma perché realmente tali. 

Ti scrivo questa di getto, usando le copertine di alcune dispense di regia, perciò scusa gli eventuali errori e l’evidente ineleganza strutturale. 

Ho provato diverse volte a scriverti, ma in tutti i tentativi il bisogno di originalità e la mancanza di idee mi hanno sempre fregato, costringendomi ad appallottolare il foglio, dopo due righe e a gettarlo nel cestino già colmo.

  

pazienza


Odio il telefono. 

Ciao come stai?

Bene grazie, e tu? 

Anch’io bene, grazie. 

Ciao, come stai? Cosa si può rispondere in un telefono con quindici gettoni dentro, col tempo contato, mentre il cuore ti scoppia dalla gioia di parlarti e lotti per non darlo a vedere, e il giradischi o la radio sono a tutto volume e il locale è pieno di gente? 

Bene grazie. 


Non ti puoi mica mettere a urlare che mangi riso al burro da due giorni, a pranzo e a cena, che non vedi una bistecca da una settimana, e che ti sembra di star bene solo perché non stai peggio degli altri studenti, che più o meno vivono come te. 

Non puoi mica urlare nella cornetta che sei stanco di non fare mai niente, stanco delle nottate passate in luoghi fumosi, in cinema di terza, a giocare a carte, a leggere Godard, a sognare Pescara, a frequentare ragazze nottambule e senza scrupoli, a disegnare con rabbia e senza voglia, a giocare a pallone in un campetto male illuminato, a studiare “PHOTOGRAPH” seduto sulla tazza del cesso, ad aspettare autobus che non arrivano mai, ad inseguire donne misteriose sotto i portici, a misurare lo spessore della nebbia in Piazza Maggiore, a frequentare cabaret sulla via del fallimento, quattro gatti e una chitarra, barzellette e canti cileni, bowling deserti, a bere cioccolate nei bar dell’ultima ora, e rompersi le palle nei cineforum, stasera giriamo le gallerie d’arte, c’é Emanuelle, compriamo una bottiglia di Ballantine’s o di Chiva’s Regal e tiriamo l’alba. 

Lorenzo Pierfelice - Molo Nord

Come sto? 

Sto che ne ho le tasche piene di disegnare ascoltando Supersonic, per voi giovani, Popoff, Stevie Wonder, Miles Davis, Alice Cooper, i Chicago, etc, non ne posso più di svegliarmi ogni giorno alle quattordici, se tutto va bene, la stufona non ha perso gas e sono morto, o se non apro gli occhi su un cielo già maledettamente stellato. 

Cosa posso dire per telefono? 

Che l’università forse funziona, ma io non posso dirlo perché non ci vado mai? 

Che sono di nuovo impelagato nella politica, che passo ore a sfidare sconosciuti a ping pong nel circolo studentesco, che vorrei piangere al pensiero della pila inverosimile di piatti che mi aspetta appena finita questa lettera? 


A cazzo di cane, ecco come va. 

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX Sono un artista, vero Isa?, e non posso per questo permettermi il lusso di essere volgare. Ma io me ne frego di essere un artista, se poi non posso dire ciò che penso fino in fondo! 

Se l’essere un artista, ammesso ch’io lo sia, e nutro dubbi in proposito, deve condizionarmi, ebbene io non sono un artista, sono uno studentaccio volgare, scurrile, triviale, meridionale e cafardo. 

Come va? 

E porca eva, che vita di merda! 

 andrea pazienza 



A Pescara, almeno, non mangiavo nemmeno il tanto, anzi facevo la fame, ma mi sentivo più pulito, dentro e fuori
, qui con una doccia al giorno riesco sì e no a grattarmia via un’oncia di smog, e per pulirmi “dentro” non basterebbe una fabbrica di detersivi. 
 andrea pazienza (2)


 andrea pazienza (4) Ragazzone DAMSiste con i capelli sporchi e tampax grossi così sotto i jeans, che sembra abbiano l’uccello al posto della fica, omosessuali musicistimaoisti pazzi e sconcertanti nelle loro pretese, ecco con chi ho giornalmente a che fare. 

Sono stato a cercare di mettere un po’ d’ordine nel collettivo di facoltà, secondo le nuove ristrutturazioni ideologiche attuate da Mao durante la rivoluzione culturale, posso farlo essendo rappresentante del Vento Rosso, e mi hanno preso per REAZIONARIO solo perché il fare sciopero per aiutare i post-telegrafici di Modena non credevo potesse servire a noi del DAMS; 

Manifesto, Lotta Continua, Marxisti-leninisti, Maoisti, radicali e Comunisti qui nella rossa Bologna si scannano fra loro, invece che unirsi a combattere uniti i Parlamentini. 

Sono stato a sentire Venditti e Perigeo al Palasport e mi hanno accusato di scarsa intellettualità. 

Chiedo loro chi era Schopenauer e non lo sanno! 

Se Squartina (regia) mi dice, dopo un intervento, “osservazione esatta, bravo”, faccio la figura del leccapiedi, e se vado un giorno in facoltà con le scarpe da tennis, tutti a dire: “toh, Andrea con le scarpe da tennis”, lasciando facilmente intuire che una delle loro più importanti occupazioni sia il vedere e annotare con che paio di scarpe APAZ viene a scuola! 

Ragazze con pellicce di lupo, borse di Viton, loden da ottantamila lire, gonne di s.laurent, e tipini in rayban a specchio, magliette Ritz in cashemire e Barrows, mi danno del provinciale se porto tutti i giorni lo stesso jean a tubo e gli scarponi. 

Al diavolo. 

Maledetto telefono. 

Come stai? 

Bene grazie...e tu? 

Così così (oppure bene, o male, o benissimo, o benissimo) 

(o malissimo, o malissimo, oppure bene grazie) 

Ti passo Sandra, vuoi parlare con Sandra? 

Si, grazie. 

Saaaannnnddddrrrraaaaa!!!!!! 

Ciao Sandra. 

Ciao Andrea come stai? 

Potrei star peggio, e tu? 

Così così, ti ripasso Isabella. 

Ciao Sandra. 

Ciao Andrea. 

Ciao Isabella. 

Ciao Andrea. 

Come va con Guido? 

Bene, da un po’ bene. 

Meno male. 

... 

Auguri. 

Grazie. 

Ciao. 

Ciao Andrea. 

Ciao Isa. 

Ciao. 

Ciao. 

CLICK. 

Ed è la fine. 

Fine della conversazione, della telefonata, dei gettoni. 

Volevo dirti tante cose e non ti ho detto niente. 

Vorrei tanto vederti e parlare con te, verrai a Pescara? 

A Pescara, l’otto febbraio. 

Porta tutti, se puoi, se loro possono e se volete. 

Dillo anche a Nanni, credo di essergli amico. 

OGGI, VENTOTTO GENNAIO MILLENOVECENTOSETTANTACINQUE, LA DOLCE ISABELLA COMPIE QUINDICI ANNI. AUGURI. 



andrea pazienza (5)Andrea.


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DISORDINE, dal reparto geriatria

 Orologi (Im)mo(bi)li
Fidati di me, disse Moss. Non sopporto questa frase, disse il tassista. Non l'ho mai sopportata. Tu l'hai mai detta? Sì. L'ho detta. Ecco perché so quanto vale.


Cormac Mc carthy
Non è un paese per vecchi, p. 169

Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.

Ennio Flaiano, Diario Notturno.

Flaiano a Pescara vecchia (murales)
Pescara Vecchia, murales per Ennio
System of a Down

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EREZIONI e PUNTI G(8)

 

Tra qualche istante il sempiterno nostro SILVIO denuncerà il colpo basso a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale per le Europee. 
Si palesa sempre più nitidamente l'intento comunista-sovversivo della frocia intellighenzia trans-europea.
Anzi, non faccio in tempo a chiudere questo post, che il cavaliere ha già rilasciato le prime dichiarazioni: SCATTI INNOCENTI! - dice.
In effetti, potrebbe tranquillamente trattarsi di un vertice internazionale, una sorta di (punto)G8 versione estiva.
I volti e le membra coperte, per come compaiono nelle foto, potrebbero tranquillamente appartenere a quel femminone della cancelliera Angela Merkel, o a quei due noti sventrapapere mittleuropei: Gordon Brown e Sarkozy.

Dinanzi all'evidenza di un sì alto e nobile momento istituzionale, rovinato dalla solita malafede e malizia dei media nemici, chiudo il post con alcuni consigli al portavoce Capezzone. Di seguito, un elenco di possibili veline da diffondere per contrastare il vile attacco:
1. "E' solo un'illusione ottica!"

2. "Infami fotomontaggi!"

3. "Le povere persone ospitate a Villa Certosa altro non sono che un gruppo di terremotati aquilani, che nel tragico cataclisma del 6 aprile hanno perso non solo la casa e gli affetti, ma anche i vestiti;

4. Tutta invidia degli elettori di sinistra che ce l'hanno notoriamente piccolo.

Una volte eravamo etichettati come Repubblica delle Banane.
Ad oggi, paiono molte di più le Banane.
Nell'attesa che l'elettorato italiota confermi la corte di questo anziano imperatore, auguro buone Erezioni Europee a tutti! 
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