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e state altrove
 roma d'estate
la città può a fare a meno di te.
Qualsiasi città.
Chiunque tu sia.

La guardi, prima di serrare le persiane e assicurarti che il gas sia chiuso bene.
La città può fare  a meno di te.
Perchè la città ad agosto è asfalto rovente, silenzio, ticchettare di alluminio infuocato dalle pensiline dei bus.

è solo un sogno di rumeni e serrande abbassate. è panchine orfane, erbacce e vie consolari vuote come la testa dopo una sbronza.
è cortili e parchi dove impazzano le cicale e i cani si accoppiano nudi, dietro al vaticano.
Ad agosto, la città esiste senza di te. 
Senza di alcuno.
Ha gli occhi serrati di verde e marrone stinto dal sole, nei condomini dove restano solo tarli e portieri.
Non ricorda il nome dei palazzinari che l'hanno tirata su.
è come una quattordicenne che i genitori lasciano sola a ferragosto.
Non ha memoria. Non ha colpa, nè scrupoli.

Vive altrove la sua estate, come un gatto che ha quanto basta.
Quando tornerai, se tornerai, non pensare di conoscerla o di ritrovarla, perchè lei ti sorriderà mignotta dietro la sua cappa responsabile di Settembre, la sua aria più fresca.
E allora tu l'amerai ancora un po', per un'altra stagione, senza conoscerla, quando - felice - è sola. 

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remo contro
"Sono tutti d'accordo che quel gruppo estremistico non vadi preso in considerazione..."
(zio) Remo Gaspari, 16 volte ministro della Repubblica Italiana.


Oltre all'arrosticino di pecora, e ben più del turismo balneare, noi abruzzesi abbiamo 3 cose di cui andare fieri: l'olio, il vino e Rocco Siffredi.
Petrolizzare l'Abruzzo significa distruggere e contaminare ulivi e vigneti, nonché farlo ammosciare al Roccuccio nazionale.
I piani dell'ENI, con il silenzio-assenso dei pavidi (e in molti casi analfabeti) politici ruspanti, proseguono con pochi intoppi.
Ringrazio, da abruzzese, Maria Rita D'Orsogna, una che ha più attributi di molti pecoroni locali e che dagli Stati Uniti, quando potrebbe fregarsene, combatte per il futuro della sua terra d'origine.
Andatevi a leggere sul suo blog da quale illuminata classe dirigente siamo (stati) governati (zio Remo Gaspari ancora va disquisendo per l'Abruzzo, tessendo le lodi dell'ENI).

Ecco il ZioRemo-pensiero: un italiano impeccabile, invidiabile consecutio temporum, virtuosissimo uso del congiuntivo ("Abbiamo sempre rimasti in pochi a parlare l'itagliano").

  
Copio e incollo, di seguito, il testo di una mail ricevuta in questi giorni.

Ad oggi l'Eni ha già rilevato quasi tutti i terreni che gli servono per creare questo gigantesco CENTRO PETROLCHIMICO (quello che in modo fuorviante hanno chiamato CENTRO OLI) che coprirà tutta la fascia costiera adriatica (mare e terra) di Abruzzo e Molise. Ci hanno provato gà 40 anni fa ma la popolazione si è opposta ed ha vinto.
Tecnicamente si tratta di petrolio molto grezzo (alto contenuto di zolfo) e non trasportabile e che quindi dovrà essere lavorato sul posto con un processo di desulfurizzazione altamente inquinante e dannoso per l'uomo (non voglio entrare nei dettagli ma troverete tutto su internet).
Esistono già diversi pozzi (sicuramente 2 in mare ad Ortona e 2 in terra a Miglianico). Sono già previsti più di 200 POZZI su gran parte del territorio abruzzese e l'estrazione del PETROLIO inizierà non appena saranno costruite le 12 RAFFINERIE nell'area compresa tra Miglianico, Tollo e Ripa Teatina (Contrada Feudo).
L'Abruzzo per l'occasione è stato declassato da regione agricola a regione mineraria e nonostante tutti i politici abruzzesi si siano dichiarati contrari al CENTRO OLI (specialmente in campagna elettorale!) le autorizzazioni sono state già date tutte! 
In cambio di una manciata di posti di lavoro e di pochissimi soldi che riceverà l'Abruzzo (royalty) perderemo migliaia di posti di lavoro nel settore turistico, commerciale, enogastronomico, agricolo e della pesca; inquineremo irrimediabilmente mare, terra ed aria; metteremo in serio pericolo la salute nostra e dei nostri figli; e tutto questo senza considerare eventuali incidenti che potrebbero distruggere in modo definitivo il nostra mare ed il nostro territorio (La possibilità di incidenti è reale: ne sono successi e ne succederanno ancora!).
In pratica sta accadendo quel che è accaduto in Basilicata (Val d'Agri, petrolchimico di Viggiano). 
In questi anni la stampa e la televisione ne hanno parlato solo sporadicamente (è dal 2001 che l'Eni ha avuto il consenso a partire con il progetto) ma solo negli ultimi due anni gli abruzzesi hanno cominciato a comprendere l'entità e la gravità della cosa e quindi ad organizzarsi in comitati.Grazie a questi comitati nel 2008 si è riusciti ad ottenere una sospensione temporanea delle autorizzazioni a procedere date all'Eni ma immediatamente dopo le elezioni la sospensione è stata revocata
Il 9 luglio scorso (pochi giorni fa) è stato approvato in via definitiva al senato il DECRETO LEGGE 1441-TER che autorizza lo Stato a prendere decisioni in materia energetica (petrolio, gas, nucleare, ….) senza dover interpellare gli enti locali e questa cosa capite bene che permetterà a tutti i nostri politici di poter dire: "Purtroppo non dipende da noi!".  


POSSIAMO ANCORA FERMARLI, MA IN CHE MODO ? 
1) Non far finta di niente e coinvolgere il più alto numero di persone possibile DA SUBITO PERCHE' A SETTEMBRE POTEBBE ESSERE GIA' TARDI!
2) Tenersi informati su internet (esistono anche delle mailing list) e PARTECIPARE alle iniziative di informazione e protesta.
3) Firmare la petizione online http://www.ipetitions.com/petition/noraffineria/ 
4) Esiste anche una petizione cartacea, se vuoi aiutarci a raccogliere le firme troverai tutto su http://www.nuovosensocivico.it/documentazione.php 

Altri materiali in rete...
Su internet basterà digitare CENTRO OLI ABRUZZO e troverete una marea di blog, articoli e video che ne parlano. Ho provato per voi a selezionarne qualcuno più esplicativo ma vi anticipo che risalgono a qualche mese fa …oggi la situazione è peggiore. Conoscerete una fantastica persona, la Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, che è già diventata il simbolo della protesta, infatti per tenervi informati potreste far riferimento al suo blog http://www.dorsogna.blogspot.com/ dal quale potete poi raggiungere tutti gli altri.
Il ritorno di Attila - centro oli Ortona - pt1 e pt2 (video divulgativo girato da un regista lancianese) 


Elga e il petrolio d'Abruzzo -- Current Tv (Sky 130) (gran bel mini-documentario dell'amica Pina Sozio, molto interessante perché si vedono delle riprese aeree dei pozzi)

IL CENTRO OLI SU RAI UNO - PARTE PRIMA

IL CENTRO OLI DI ORTONA SU RAI UNO - PARTE 2

Centro Oli Viggiano ANNOZERO RAIDUE

Silvio la rete smaschera le tue menzogne
infatti il 9 luglio 2009 la 1441 ter è stata approvata in via definitiva 
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Paz...che non aveva limite!
andrea pazienza 

Ciao bella 

sto fumando una sigaretta, ho appena finito di pranzare, e sto battendo a macchina questa nella stanza di Nicola e Robby, poiché Gino, dopo una notte insonne, non si è ancora svegliato. 

Mezz’ora fa, aggrappato a un telefono in un bar, ti parlavo. 

Odio il telefono. 

E’ uno strumento freddo e distante, incapace a far trasparire il benché minimo sentimento, ed assolutamente xxxxxxxx inadatto come mezzo di augurio. 

E i miei, stamane, volevano essere i più sinceri possibili, non solo in apparenza ma perché realmente tali. 

Ti scrivo questa di getto, usando le copertine di alcune dispense di regia, perciò scusa gli eventuali errori e l’evidente ineleganza strutturale. 

Ho provato diverse volte a scriverti, ma in tutti i tentativi il bisogno di originalità e la mancanza di idee mi hanno sempre fregato, costringendomi ad appallottolare il foglio, dopo due righe e a gettarlo nel cestino già colmo.

  

pazienza


Odio il telefono. 

Ciao come stai?

Bene grazie, e tu? 

Anch’io bene, grazie. 

Ciao, come stai? Cosa si può rispondere in un telefono con quindici gettoni dentro, col tempo contato, mentre il cuore ti scoppia dalla gioia di parlarti e lotti per non darlo a vedere, e il giradischi o la radio sono a tutto volume e il locale è pieno di gente? 

Bene grazie. 


Non ti puoi mica mettere a urlare che mangi riso al burro da due giorni, a pranzo e a cena, che non vedi una bistecca da una settimana, e che ti sembra di star bene solo perché non stai peggio degli altri studenti, che più o meno vivono come te. 

Non puoi mica urlare nella cornetta che sei stanco di non fare mai niente, stanco delle nottate passate in luoghi fumosi, in cinema di terza, a giocare a carte, a leggere Godard, a sognare Pescara, a frequentare ragazze nottambule e senza scrupoli, a disegnare con rabbia e senza voglia, a giocare a pallone in un campetto male illuminato, a studiare “PHOTOGRAPH” seduto sulla tazza del cesso, ad aspettare autobus che non arrivano mai, ad inseguire donne misteriose sotto i portici, a misurare lo spessore della nebbia in Piazza Maggiore, a frequentare cabaret sulla via del fallimento, quattro gatti e una chitarra, barzellette e canti cileni, bowling deserti, a bere cioccolate nei bar dell’ultima ora, e rompersi le palle nei cineforum, stasera giriamo le gallerie d’arte, c’é Emanuelle, compriamo una bottiglia di Ballantine’s o di Chiva’s Regal e tiriamo l’alba. 

Lorenzo Pierfelice - Molo Nord

Come sto? 

Sto che ne ho le tasche piene di disegnare ascoltando Supersonic, per voi giovani, Popoff, Stevie Wonder, Miles Davis, Alice Cooper, i Chicago, etc, non ne posso più di svegliarmi ogni giorno alle quattordici, se tutto va bene, la stufona non ha perso gas e sono morto, o se non apro gli occhi su un cielo già maledettamente stellato. 

Cosa posso dire per telefono? 

Che l’università forse funziona, ma io non posso dirlo perché non ci vado mai? 

Che sono di nuovo impelagato nella politica, che passo ore a sfidare sconosciuti a ping pong nel circolo studentesco, che vorrei piangere al pensiero della pila inverosimile di piatti che mi aspetta appena finita questa lettera? 


A cazzo di cane, ecco come va. 

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX Sono un artista, vero Isa?, e non posso per questo permettermi il lusso di essere volgare. Ma io me ne frego di essere un artista, se poi non posso dire ciò che penso fino in fondo! 

Se l’essere un artista, ammesso ch’io lo sia, e nutro dubbi in proposito, deve condizionarmi, ebbene io non sono un artista, sono uno studentaccio volgare, scurrile, triviale, meridionale e cafardo. 

Come va? 

E porca eva, che vita di merda! 

 andrea pazienza 



A Pescara, almeno, non mangiavo nemmeno il tanto, anzi facevo la fame, ma mi sentivo più pulito, dentro e fuori
, qui con una doccia al giorno riesco sì e no a grattarmia via un’oncia di smog, e per pulirmi “dentro” non basterebbe una fabbrica di detersivi. 
 andrea pazienza (2)


 andrea pazienza (4) Ragazzone DAMSiste con i capelli sporchi e tampax grossi così sotto i jeans, che sembra abbiano l’uccello al posto della fica, omosessuali musicisti, maoisti pazzi e sconcertanti nelle loro pretese, ecco con chi ho giornalmente a che fare. 

Sono stato a cercare di mettere un po’ d’ordine nel collettivo di facoltà, secondo le nuove ristrutturazioni ideologiche attuate da Mao durante la rivoluzione culturale, posso farlo essendo rappresentante del Vento Rosso, e mi hanno preso per REAZIONARIO solo perché il fare sciopero per aiutare i post-telegrafici di Modena non credevo potesse servire a noi del DAMS; 

Manifesto, Lotta Continua, Marxisti-leninisti, Maoisti, radicali e Comunisti qui nella rossa Bologna si scannano fra loro, invece che unirsi a combattere uniti i Parlamentini. 

Sono stato a sentire Venditti e Perigeo al Palasport e mi hanno accusato di scarsa intellettualità. 

Chiedo loro chi era Schopenauer e non lo sanno! 

Se Squartina (regia) mi dice, dopo un intervento, “osservazione esatta, bravo”, faccio la figura del leccapiedi, e se vado un giorno in facoltà con le scarpe da tennis, tutti a dire: “toh, Andrea con le scarpe da tennis”, lasciando facilmente intuire che una delle loro più importanti occupazioni sia il vedere e annotare con che paio di scarpe APAZ viene a scuola! 

Ragazze con pellicce di lupo, borse di Viton, loden da ottantamila lire, gonne di s.laurent, e tipini in rayban a specchio, magliette Ritz in cashemire e Barrows, mi danno del provinciale se porto tutti i giorni lo stesso jean a tubo e gli scarponi. 

Al diavolo. 

Maledetto telefono. 

Come stai? 

Bene grazie...e tu? 

Così così (oppure bene, o male, o benissimo, o benissimo) 

(o malissimo, o malissimo, oppure bene grazie) 

Ti passo Sandra, vuoi parlare con Sandra? 

Si, grazie. 

Saaaannnnddddrrrraaaaa!!!!!! 

Ciao Sandra. 

Ciao Andrea come stai? 

Potrei star peggio, e tu? 

Così così, ti ripasso Isabella. 

Ciao Sandra. 

Ciao Andrea. 

Ciao Isabella. 

Ciao Andrea. 

Come va con Guido? 

Bene, da un po’ bene. 

Meno male. 

... 

Auguri. 

Grazie. 

Ciao. 

Ciao Andrea. 

Ciao Isa. 

Ciao. 

Ciao. 

CLICK. 

Ed è la fine. 

Fine della conversazione, della telefonata, dei gettoni. 

Volevo dirti tante cose e non ti ho detto niente. 

Vorrei tanto vederti e parlare con te, verrai a Pescara? 


A Pescara, l’otto febbraio. 

Porta tutti, se puoi, se loro possono e se volete. 

Dillo anche a Nanni, credo di essergli amico. 

OGGI, VENTOTTO GENNAIO MILLENOVECENTOSETTANTACINQUE, LA DOLCE ISABELLA COMPIE QUINDICI ANNI. AUGURI. 



andrea pazienza (5)Andrea.


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il fine settimana giustifica i mezzi
il fine settimana giustifica i mezzi
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italia.it: emozzziunale veramente!
Se Silvio si improvvisa pure webmaster...
agota kristof 
Dopo il Presidente Operaio, il Presidente Fornaio, Pasticcere, Massaia, Casalinga, Nonno, Papi etc. Silvio Berlusconi si scopre pure Designer e Webmaster, così, mentre da un lato trova la soluzione architettonica e logistica per i terremotati abruzzesi (il Presidente Palazzinaro), dall'altro studia con la BMV (che non è la nota casa automobilistica, bensì la Brambilla Maria Vittoria) il nuovo Brand "Magic Italy" che dovrebbe convincere i turisti stranieri a venire nel nostro Belpaese.

agota kristof


Risolleva quindi le sorti della fallica Melanzana rutelliana con un marchio "anni '80", sostanzialmente un NONLOGO, che qualsiasi prof di design boccerebbe perché inapplicabile e poco originale.
Per non parlare, poi, del portale del turismo italiano, quell'infelice italia.it, che ricompare on line come un Frankenstein rattoppato alla meno peggio.
Altri milioni di euro buttati per un sito scarno, tecnologicamente già sorpassato.
agota kristof 


emozziunale veramente
 La Brambilla lo aveva definito EMOZIONALE, ma l'unica emozione che si prova da addetto ai lavori è solo quella di vedere una serie imbarazzante di impaginati html, senza alcuna informazione utile per il turista straniero, se non fare da rimando ad altri siti di operatori (trenitalia, alitalia etc).
Se si voleva dare risalto ai materiali fotografici si poteva quantomeno evitare di ricorrere a delle scansioni o acquisizioni da cartaceo, come dimostra la grana sporca e la bassa definizione di molte immagini.
I video (player abbastanza vetusti) soffrono di una scelta musicale very cafonal e sono nella maggior parte dei casi emozionanti come un Intervallo Rai.



D'altronde cosa pretendere da un ultra settantenne che vuole fare il giovane, prendendo in mano la situazione? Da uno che reputa Apicella un cantante e "La Gelusia"  un'opera d'arte.
Volete vedere qualcosa di veramente "emozionale"?
new zealand
http://www.newzealand.com/travel/International/


ah, Stupid Italy...
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il caffè di Agota
tratto da un'intervista di Raffaele Panizza
 agota kristof
[..]
E questi che vive adesso, invece, che anni sono?

Questi sono gli anni banali. Gli anni in cui non succede nulla e nulla mi interessa.

Per quale motivo non scrive più?
E’ successo e basta, non l’ho voluto. Il problema è che non posso scrivere meglio di come ho già fatto.
Forse la stanchezza



Sì, sono stanca di riflettere. Scrivo un passaggio, e poi lo ricomincio da capo accorgendomi di averlo rifatto uguale, sempre lo stesso.

Si è bloccata prima di cominciare una storia o ha lasciato qualcosa a metà?

A metà. Ho scritto molte pagine di un romanzo. Ho trovato anche il titolo: Aegle dans les champs.

Chi è Aegle?

Il mio primo amore. Era il pastore protestante del mio villaggio, in Ungheria. Io avevo 5 anni, lui era amico di mio padre. L’ho amato per tutta la vita, e un giorno glie l’ho anche detto! (e ride, di quelle sue risate corte, secche, che sembrano implodere).

Ma non è l’uomo con cui ha vissuto. Dei suoi due mariti, nei libri, non parla quasi mai.

Non è un argomento interessante.

Li ha amati?

Credo di no. Ho troppo da rinfacciare.

Cosa non perdona al suo primo marito?

Di avermi portata via dal mio Paese.

E al secondo?

Di avermi trasformata in una domestica.

Come trova l’idea di avere un uomo in casa, oggi?

Insopportabile.

Le avranno pur dato qualcosa…

I figli. Mentre io a loro solo cattiveria. Il secondo non voleva che scrivessi, continuava a chiedermi se compariva nelle storie. Ma non poteva esserci, lui non era interessante.

E i suoi figli le hanno dato una nipote.

Ha 11 anni, con lei gioco a scacchi.

Non si è mai sentita imbarazzata di fronte a loro, per la durezza dei suoi romanzi, per la sessualità violenta che vi compare?

No, erano già grandi. Ora mia nipote sta leggendo Il grande quaderno (prima parte della triologia, n.d.r.) ma non mi pare sconvolta. Forse la madre l’ha preparata.

I suoi figli vengono spesso a trovarla?

Mia figlia abita a Parigi, scrive opere di teatro, la sento al telefono. Il maschio fa il musicista, suona cose tristissime alla chitarra classica. Mentre un’altra figlia è responsabile della cultura della provincia di Neuchatel. Loro vengono spesso, a pranzo.

Cosa cucina?

La mia specialità è il pollo alla paprika.

Nella sua vita c’è spazio per l’allegria?

L’allegria è quando mi vengono a prendere gli amici, quando mi portano al ristorante. Purtroppo ultimamente ho dei problemi alle gambe, alla circolazione, faccio fatica a camminare. Guardo molta televisione però.

Cosa guarda?

Film. Ma non me ne piace nessuno.

Sta per subire un’operazione pericolosa, e il prossimo 30 ottobre compirà 70 anni. Le capita di fare bilanci?

Il mio bilancio è che 70 anni sono sufficienti, ho vissuto abbastanza.

Almeno ha avuto il privilegio di vedersi pubblicata postuma pur essendo ancora in vita…

Eh già, ma se non fossi così distaccata farei come il mio scrittore preferito, Thomas Bernhard, che ha impedito che venissero pubblicati i suoi archivi. Ma in fondo, che differenza fa?, è uguale.

Avrebbe voluto essere una scrittrice più prolifica?

No. Non mi piacciono gli scrittori che pubblicano troppo e mi infastidisce la gente che trova tutto interessante.

Per quale motivo si alza la mattina?

Così, per bere un caffè.

Un’altra cosa curiosa è che, oltre ai mariti, lei sembra poco interessata alle donne.

Perché su di loro si scrive già troppo: storie di figli, storie di divorzi, cose così. Gli uomini parlano di cose più generali, e l’intimità che si crea tra loro è dolce. Sarà che ho avuto due fratelli che ho amato molto, e che anch’io avrei voluto essere un maschio…

In uno dei racconti c’è un emigrato che chiede alla famiglia di non essere sepolto nell’orribile città industriale in cui ha vissuto e lavorato, ma di essere riportato a casa.

Anch’io desidero essere sepolta in Ungheria.

Nel ’56, prima di arrivare qui, il suo sogno era scappare negli Stati Uniti. Come vede quel paese oggi?

Con disprezzo. Stanno diffondendo brutte abitudini, tipo il divieto di fumare.

Da esule, non la infastidisce vivere in un Paese duro con gli immigrati, in cui ricevere cittadinanza è sempre più difficile?

Quando mi sono sposata, in seconde nozze, l’ho ottenuta automaticamente. Adesso so di figli d’immigrati, anche di terza generazione, che non hanno ancora il passaporto. Gli svizzeri sono così, io li conosco, hanno paura di tutto.

E invece di cosa bisognerebbe avere paura?

Stanno per aprirmi la pancia per mettermi una protesi arteriosa. La prima parte dell’operazione l’ho fatta a Berna, e tutti parlavano tedesco e non capivo nulla. Ero ritornata analfabeta, come i primi anni in Svizzera: questo fa paura. Poi ho paura di sparire, di non poter ascoltare le persone. Forse non parlo molto, ma mi piace tanto ascoltare le persone, sa?


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purtet rispett!

le vent nous portera (6)


Mister Bonetti ha polpacci tozzi, forgiati da anni di campetti di interregionale.

Sembra che abbia una specie di ferro da stiro sotto la pelle, che scende nerboruto in diagonale verso le caviglie.

Incutono timore.

“Purtet rispett!” pronuncia in continuazione negli spogliatoi, non appena qualcuno ridacchia sovrastando la sua voce. 

Portate rispetto!


Il Mister a Croce glielo ripete sempre “Levati quel cazzo di cappellino da tennista e 'ncuminc a juca' a pallone”.

Strano concetto quello del pallone, per il mister.

Anche quello del tennis, evidentemente.

Lo ritiene uno sport per fighetti con la erre moscia. Per di più confonde il cappellino del grande Earvin Effay "Magic" Johnson, cestista, con un qualche copricapo da sbarbie visto in tv.     [...]


Miros

Il Circo Errante dell'Equilibrio

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quello che ricordi
equilibrista su travocco
...A me ricordi il mare 
e non per le vacanze 
che abbiamo fatto insieme 
Ma per il tuo ondeggiare 
tra il gesto di chi afferra 
e quello di chi si trattiene...

Mi ricordi il mare 
non per i riflessi
 

per il sugo andato a male 
il qualunquismo dei discorsi 
sotto l'ombrellone 
il sudoku che non torna 
e quello che era scritto a penna 
è già da cancellare...


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toxiCITY
periferico

Conversion, software version 7.0
Looking at life through the eyes of a tire hub, 
Eating seeds as a past time activity, 
The toxicity of our city, of our city

[...]
Now, somewhere between the sacred silence, 
Sacred silence and sleep, 
Somewhere, between the sacred silence and sleep, 
Disorder, disorder, disorder. 


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tre metri sotto il cielo
visuale

e così tu saresti rimasta a fissarmi per un po'
poi il prete avrebbe detto AMEN e gli altri si sarebbero chinati su di te
ti avrebbero salutata in fretta, come si raccoglie un fazzoletto

è sabato sera_traffico sulle tangenziali
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di traverso
equivoci

Succede.

Succede qualche minuto dopo esser rimasto da solo nella stanza. Creamy danza e canta sul palco. Ho gli occhi lucidi, perché so che non la vedrò più.

E so anche che a Don Zeffirino non dirò niente.

Queste cose non può capirle, perché lui non ha il pisello - dice Aldo - e qualsiasi cosa fai ti dà dieci paternostro e tre avemaria.


No, il prete non può capire che mentre sono lì che piango, di colpo, sento una fitta strana sotto l'ombelico.

C'è qualcosa che cresce laggiù, che dalle mutande preme contro il materasso di Croce e di sua zia Gerina. 

Resto a fissare le gambe dell'Incantevole. Penso alla zingara che ho conosciuto il giorno prima. 

Alla sua schiena abbronzata e a quella pagina strappata che Croce aveva trovato tra la malerba del laghetto. 

Il Roscio una volta aveva detto che le donne – sotto – erano fatte così, come quella foto su quella pagina piena di colla e terriccio.

Aldo se l'era portata a casa. La teneva sotto il materasso. 

Così, mentre all'orizzonte compare l'astronave di Creamy, mi infilo una mano tra le gambe e con l'altra cerco nella penombra tra il ferro della rete e la lana del Permaflex. 

Quando mi porto quella pagina strappata davanti agli occhi, penso che lei è proprio come me la ricordavo: un accappatoio nero, slacciato, seduta su uno sgabello e quella fessura fucsia, che mi sorride come una bocca messa di traverso.

Non ci avevo fatto caso prima, ma noto che assomiglia alla mamma di Aldo. Penso che potrebbe venire qui Santuzza - sul letto di suo figlio - e dirmi che mi ama. Potrebbe lasciare i suoi calzoni fritti, infilarsi un accappatoio e sorridermi – anche lei – di traverso.


Miroslav Kokonazakis

Il Circo Errante dell'Equilibrio


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amori postumi

Com'è che è andata?
Ah sì, eravate a cena in un ristorante, quando di punto in bianco lei ti ha annunciato che era incinta di te.
Questo flashback non è un bel ricordo. Ti è uscito di bocca un lungo monologo, irrefrenabile.

Le hai snocciolato quello che tutti i ragazzi del mondo sognano di dire alle loro ragazze incinte:
Amori postumi

Lasciamoci...Perdonami, ma dobbiamo lasciarci...Ti supplico non piangere...Voglio solo una cosa, che ci separiamo...
Io creperò solo come una merda...Tu scappa, va' via, rifatti una vita finché sei ancora carina...
Stammi lontano...Ci ho provato, credimi, ci ho provato a resistere, ma non riesco...
Soffoco, non ne posso più, non so essere felice...
Voglio stare da solo, farmi qualche storia così...

[...]
Sophia ha replicato.
"Tu sei un mostro".

Frédéric Beigbeder,
Lire 26.900 
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chiedo alla polvere
trittico
Così l'ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.
E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro. 

John Fante,
dalla prefazione di Chiedi alla povere
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se il circo smette di errare...

 le vent nous portera 2

Quando sei piccolo ti raccontano un sacco di storie.

Anche tu ne racconti, ma i grandi le chiamano bugie.

Loro ti dicono che i buoni stanno da una parte e i cattivi dall'altra.

Ti spiegano come sono fatti i buoni e come riconoscere i cattivi.

Ti insegnano cosa è giusto e cosa no.

Ti dicono che drogarsi è sbagliato e noi siamo due tossici, Cro'...Tu un po' più di me.

Ti dicono che non devi toccarti e noi siamo due pippaioli incalliti. 


In quel preciso istante, Nunzio si ricorda che tempo prima, all'inizio di quell'estate, aveva comprato all'autogrill un pacchetto di Pall Mall che recava impressa quell'inspiegabile scritta indelebile.

Il futuro uccide.

Tasta il suo borsello di cuoio, in cui, forse, ha infilato il pacchetto. Lo trova, e se ne accende una, fregandosene del fatto che il numero zero di Mickey Mouse non possa essere oltraggiato così, su un cesso senza personalità.

Cro'”

Eh...”

Lo sai qual è il nostro problema?”

Siamo due tossici pippaioli?”

No...Il nostro problema è che ci siamo raccontati troppe storie”

La verità è che ognuno di noi ha raccontato la sua o ha creduto di averla capita in un certo modo...”

Possibile”

Croce ha aperto il suo portasigarette e pare voglia farsi un viaggetto, considerando che la sua pipetta gioca con i grani di polverina.

Che fine ha fatto Iole?”

Boh...chi è?”

E Fezz?”

Ah! Fezz: brutta storia, Compa'! Si è suicidata...un po' di tempo fa”

Lo vedi? Non ti ricordi neanche il nome di Fezz”

Cazzo è vero! Iole Frezza...”

...Frezzapuoti. La verità è che non me lo ricordavo neanch'io, ma oggi - passando sulla nazionale - ho visto il manifesto funebre per il suo anniversario”

Vabbe' compa'...Ora non mi fare la morale”


L'estate è finita. Luilei avrebbe preferito cambiar muta a primavera, sarebbe stato – come si dice – più fisiologico e naturale, ma la chiamata dalla clinica svizzera è arrivata senza preavviso e così Aldo ha fatto armi e bagagli e per un po' ha guardato l'autunno scendere dalle persiane incolore di un residence tra le montagne. 

Quando è tornato in patria sul travocco scendeva un pioggerellina fina, come coriandoli di amianto. 

 Prima che la ketamina azzittisca tutti i suoni intorno a lui, Aldo cerca un punto sotto il terrapieno dove andare a godersene gli effetti.
Cristosanto Nu'! Eravamo due bambini del cazzo e si sa che i bambini devono avere qualcuno da prendere in giro!” 
Aldo si alza dalla sabbia. Sbanda per qualche passo ed inizia ad allontanarsi.
 travocco

Cro'...”

Eh...”

Vuoi sapere una cosa?”

No”

É già un pennone lontano, un plaid abbandonato al piscio dei cani. È un palo piantato nella rena spenta, tra le cartacce dei giornali a rotolare come feriti. 

Non può sentire quello che l'altro - silenzioso, come fosse una menzogna - mastica  tra i denti.

I cattivi siamo noi”


tratto da una storia.

La musica stasera è moby(le)...

[e può essere un errore]


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