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30 Novembre 1927: la radio mette le ruote…
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L’americana Philco – una compagnia di Philadelphia negli Usa, che fino ad allora si era dedicata alla produzione di batterie e radio casalinghe – realizza, nel Novembre del 1927, la prima autoradio a valvole, in grado di essere applicata su un automobile.
L’anno successivo, il 1928, i fratelli Paul e Joseph Galvin fondano la Galvin Manufacturing Corporation, da cui uscirà nel 1930 un altro modello di autoradio – denominato Motorola 5T71 (Motor + Ola “suono” = Sound in Motion) – che non si adattava solo ad uno specifico modello di automobile, ma poteva essere montato sulla maggior parte delle auto allora in commercio.

Si può dire che l’epopea dell’autoradio inizi proprio da questo modello più accessibile e più adattabile ai diversi tipi di automobile (la Philco diventerà successivamente una società del gruppo Ford e produrrà autoradio prevalentemente per questa casa automobilistica; in seguito sarà ceduta alla General Telephone and Electronics, e da questa in tempi più recenti, 1980, alla olandese Philips, mentre attualmente, dal 1986, appartiene alla svedese Electrolux).

Mentre la Galvin-Motorola spopolava negli Usa, in Europa la prima autoradio prodotto nel “vecchio continente” fu un apparecchio della tedesca Blaupunkt, nel 1932, il modello AS-5, che aveva il “piccolo difetto” di un ingombro di circa 10 litri. Occupava quasi un intero bagagliaio, mentre l’antenna ed i comandi erano installati sul piantone dello sterzo.

Un altro storico passo avanti della radiofonia a quattro ruote fu registrato nel 1936, quando venne installata la prima radio ricetrasmittente sulle auto della polizia americana (Police Cruiser Radio).

La vera svolta tecnologica si ebbe però solo con l’avvento dei transistor che sostituirono le fragile autoradio a valvole. Sarà la tedesca Grundig ad introdurre anche un sistema (allora essenzialmente meccanico) per memorizzare le stazioni radio.
Nascono nel frattempo i primi miti tecnologici delle autoradio. Negli Anni Quaranta tutti sognano di possedere un’autoradio Becker, anche perché il sogno doveva comprendere anche una Porsche o una Mercedes sui cui questi modelli erano montati in esclusiva.

Nel 1948 anche la Becker comunque si “popolarizza” con il suo primo modello commerciale, l’Aerophon, mentre negli Anni Sessanta la stessa Becker produrrà un altro storico modello, la Montecarlo, la prima autoradio interamente a transistor.

Sarà un italiano, negli Anni Settanta, Federico Faggin, assieme agli americani Ted Hoff e Stanley Mazor, a realizzare il primo microprocessore che permetteva alle autoradio di ricercare e memorizzare con rapidità qualsiasi stazione radio.

Nel 1967 Motorola dà vita con il gruppo ALPS Electric ad una jiunt venture industriale per la produzione di prodotti specifici per car audio: nasce così un altro mitico marchio, Alpine.
Già nel 1963 la Philips aveva creato le prime autoradio con lettore di cassette incorporato. Nel 1975 la Becker introduce la funzione “autoreverse” per l’ascolto di cassette a ciclo continuo. Pochi anni dopo viene introdotta anche la funzione Dolby per migliorare notevolmente la qualità del suono.

Sempre negli Anni Settanta uno dei principali crucci dei possessori di autoradio era la frequenza dei furti (con spaccata dei vetri). Era principalmente in questo modo che le prime generazioni di tossicodipendenti risolvevano il problema quotidiano delle dosi di eroina. Un problema molto sentito in Italia, e non a caso la prima azienda ad introdurre il frontalino estraibile delle autoradio fu l’italiana Bensi, nel 1980.

A metà degli Anni Ottanta arrivano i primi sinto-Cd. Anche l’autoradio entra quindi nell’era elettronica, era che vedrà questo “accessorio” arricchirsi di funzioni e applicazioni sempre più sofisticate: Dvd, Satellite, Gps, Tv Car… non solo per captare le varie stazioni televisive, ma anche per “vedere” tramite apposite telecamere dotate di sensori lo spazio posteriore e laterale per parcheggiare.

Prossima tappa: l’era digitale con funzioni ancor più interattive anche per la radio, come sta avvenendo attualmente per la Tv.
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Web tv/Web radio, ufficiali le prime regole
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Le micro web tv/web radio sono salve. La normativa appena approvata da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) è stata alleggerita, rispetto alle ipotesi della vigilia, per venire incontro agli allarmi provenienti dal mondo del web e della politica.

Sono escluse le web tv e le web radio che fatturano non oltre 100 mila euro l’anno da quest’attività. Per essere soggetti alla normativa, quindi, bisogna superare quella cifra con i ricavi specifici associati all’emittenza audio e/o video. Il tutto vale sia per chi ha un palinsestro sia per chi ha solo file on demand (video, podcast). Chiariamo un equivoco: fin dall’inizio dell’iter sono stati esclusi quei siti che non sono considerabili web tv/web radio. Cioè quelli dove l’elemento multimediale, se presente, è “accidentale”. Per esempio un blog che ogni tanto mette un video, ma non ne fa la propria attività portante.

Dovrebbero essere escluse anche le community, dove i video sono apportati dagli utenti (tipo YouTube e Youreporter.it). La delibera Agcom, però, stabilisce che siano soggette nel caso in cui facciano concorrenza alla tv tradizionale e se c’è una responsabilità editoriale (entrambe le condizioni devono essere vere). La delibera non è ancora stata pubblicata, tuttavia, quindi al momento possiamo riferire solo ciò che ci viene detto dai consiglieri Agcom che l’hanno firmata.

Chi è soggetto alla normativa sarà tenuto a comunicare l’inizio delle attività (non è una richiesta di autorizzazione, beninteso) e a pagare 500 euro (web tv) e 250 euro (web radio). Dovrà poi rispettare tutte le regole delle emittenti normali: iscrizione a un registro, tutela dei minori, obbligo di rettifica… E’ su questi ultimi aspetti che probabilmente continueranno le polemiche, poiché non è stata concessa nessuna differenza normativa alle emittenti web per il fatto di essere su internet. Forse ne nasceranno alcuni problemi, per la difficoltà di applicare sul web regole pensate per i mondi editoriali tradizionali.
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Nasce Mei Radio, la radio delle etichette indipendenti
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Da oggi i musicisti indipendenti e le band emergenti hanno la possibilità di mettersi in mostra in un nuovo palcoscenico. Nasce infatti Mei Radio, la prima radio delle etichette indipendenti che verrà ospitata sulla piattaforma di Spreaker dove a trasmettere la propria musica saranno gli stessi musicisti sia in modalità streaming che podcast. 
Una possibilità offerta dal matrimonio tra Audiocoop e Spreaker, che porterà alla creazione di un nuovo circuito indipendente alternativo ai network già esistenti.

Un canale interamente dedicato agli artisti che normalmente trovano poco spazio sui canali tradizionali e che avranno sulla piattaforma di Spreaker un luogo virtuale per incontrarsi, scambiarsi informazioni, sondare nuovi gusti ma soprattutto creare un rete di condivisione di idee e di esperienze in un mercato molto vasto e spesso poco conosciuto. 

Il nuovo canale, già disponibile su Spreaker.com, verrà ufficialmente presentato domani 27 novembre alle 16:30 in occasione del MusicLab che si terrà presso la Sala Convegni della Fiera di Faenza all'interno del consueto appuntamento con il Meeting degli Indipendenti. Una nuova iniziativa che sottolinea la perfetta sinergia tra il mondo della radio e il web.
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Apple non accetta più applicazioni delle singole stazioni radio
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Abbiamo sentito e letto spesso di applicazioni non accettate o cancellate da App Store perché non vengono soddisfatti alcuni requisiti richiesti da Apple. Ora è la volte delle applicazioni che portano su iPhone lo streaming delle singole stazioni radio. Infatti, a quanto pare, Apple non accetta più sul proprio store tali apps, ma solo software che raggruppa almeno più di 100 stazioni radio.

Radio Mag Online riporta una notizia alquanto strana. Sembrerebbe infatti che Apple, d’ora in avanti, non permetterà più di pubblicare sullo store applicazioni di singole stazioni radio, considerate alla stregua delle app stile “Fart” (applicazioni per simulare dei peti su iPhone) o spam. Di seguito le parole estrapolato da uno scambio di mail tra Radio Mag Online e il CEO Steve Jobs: …single station app are the same as a FART app and represent spam in the iTunes store. Apple will no longer approve any more radio station apps unless there are hundreds of stations on the same app

Jim Barcus, di Raio Mag Online, non riesce a spiegarsi come mai Apple abbia preso una tale decisione. Solamente nel mese scorso, tutte le sue “mono-canale” applicazioni sono state scaricate più di 37.000 volte. A tale proposito, la risposta secca di Steve: “Sorry, we’ve made our decision.”
“Ci dispiace, ma abbiamo preso la nostra decisione.”
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Ragazze nell'etere afgano. Storia di una radio al femminile
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Un film molto bello, dell'italiana Valentina Monti, racconta la straordinaria vicenda di una dozzina di giovani donne di Herat che hanno fondato e gestiscono "Radio Sahar", un'emittente tutta al femminile. E via etere, molte giovani hanno il coraggio di raccontare le loro terribili vicende. 


Volti di donne lontane, immagini ocra in cui terra e muri si confondono. L'Afghanistan come tante altre volte è stato raccontato? Questa volta è diverso: il film-documentario "Girls on the air", della cineasta italiana Valentina Monti (prodotto e distribuito da Fourlab) racconta una storia del tutto eccezionale. Perché quei volti di giovani donne, oltre ad essere incastonati dai tradizionali "hijab" (mai burqa, però) sono anche sormontati da grandi cuffie acustiche e perché queste donne sono riprese (straordinaria la fotografia di Alessio Valori) mentre si aggirano per le strade polverose di Herat con in mano un microfono e perché, infine, le loro voci risuonano nell'etere, via radio. Le voci di radio Sahar, un'emittente comunitaria tutta al femminile che trasmette nel profondo Afghanistan e nella quale lavorano una dozzina di giornaliste e tecniche (nello staff c'è un solo uomo) e in cui la direttrice è una donna Humaira Habib, 25 anni, fondatrice di questa sfida. 

Valentina Monti racconta con delicatezza, speranza e un pezzetto di giustificatissima rabbia la loro storia: "Vorrei - dice - che 'Girls on the air" provocasse una riflessione, stimolasse domande sul significato di libertà di espressione, libertà d'informazione e democrazia". Di sicuro, le immagini e le voci suscitano gli stessi sentimenti: speranza perché è davvero straordinario che questo possa succedere a Herat e perché in qualche modo, Humaira e le altre, con le loro voci, hanno davvero rotto un muro. Ma anche rabbia, perché le storie che il loro coraggio riesce a far uscire allo scoperto sono molto spesso davvero terribili: "Radio Sahar... Radio Sahar... Fm 88,7..." recita la voce lievemente e volutamente distorta della sigla e sembra la voce accattivante di tante altre sigle, di tante altre radio in tutto il mondo... "Mio marito mi picchia, sua madre mi picchia, i suoi figli mi picchiano, le altre sue mogli mi picchiano... Ma io ho deciso che chiederò il divorzio..." racconta concitata la voce di una giovane intervistata dalle giornaliste. E il contrasto è forte ed evidente perché Humaira e le altre, con il loro coraggio, stanno facendo emergere realtà che mai prima una donna afgana avrebbe potuto gridare in pubblico e, men che meno, far correre nell'aria per mezzo di una radio. Ed è pure vero che, paradossalmente, finché, magari, i talebani non si accorgeranno, di questa dirompente potenza, la radio è un mezzo in cui una voce di donna si può fare sentire e toccare temi altrimenti impensabili: "Sentire la parola divorzio detta in pubblico da una donna sarebbe impossibile per altra via".

Radio Sahar e Humaria sono davvero una scoperta. E lo sono state anche per Valentina Monti: "Humaria, un giorno mi ha detto che democrazia non è una parola della lingua afgana, ma è un parola straniera... E mi ha fatto riflettere che forse anche il nostro modello occidentale di democrazia, se non compreso, diventa immediatamente un'imposizione...". E ancora: "... Humaria e le sue colleghe , che lottano ogni giorno per i loro diritti e per i diritti delle donne e degli uomini dell'Afghanistan, mi hanno lasciato generosamente entrare nel loro mondo, dove ho scoperto un forte senso dell'ironia, il loro impegno, i loro dubbi e il loro modo di vivere un Paese in bilico tra modernità e tradizione, paradosso e aspirazioni, lotta per i sogni e libertà".

Il film, uscito alla fine del 2009, ha partecipato a diversi concorsi e festival. Nei giorni scorsi è stato presentato a Roma (convegno di MediAid onlus "Dai voce a una radio") e a Parigi. Dal 2 al 10 dicembre sarà a Vienna a This Human World.

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ERCOLANO, UN ANNO DI RADIO SIANI
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Per festeggiare il primo anno di attività, stasera alle 18.30 Radio Siani trasmetterà un approfondimento su Giancarlo Siani: in studio si alterneranno le voci e le esperienze dei registi Fiume e Scherillo e del giornalista Sandro Di Domenico.

Il 21 novembre dello scorso anno Radio Siani (www.radiosiani.com), emittente web anticamorra dedicata alla memoria del giovane cronista napoletano Giancarlo Siani, avviava la propria attività scendendo in piazza contro la camorra. Mille persone, uomini, donne, anziani, bambini e tanti, tantissimi giovani sfilavano tra le strade di Ercolano e urlavano, insieme ai volontari della radio, “Le idee non si fermano con la paura”, esprimendo il proprio dissenso al sistema camorristico.

In occasione della prima candelina, domenica alle ore 18.30, Radio Siani trasmetterà un approfondimento su Giancarlo Siani: nello studio di corso Resina 62, si alterneranno le voci e le esperienze di Maurizio Fiume, regista di “In nome di Giancarlo-l’assassinio Siani” e “E io ti seguo”, Ivan Antonio Scherillo, regista teatrale di “Ne è valsa la pena” sulla storia di Giancarlo, e il giornalista Sandro Di Domenico, autore del documentario “Per amore di Verità”, vincitore della terza edizione del festival internazionale di giornalismo di Perugia.

Martedì 23 novembre alle ore 12, invece, Paolo Siani, fratello di Giancarlo, Geppino Fiorenza di Libera e Enrico Tedesco segretario di Pol.i.s. visiteranno la casa confiscata al boss Giovanni Birra, dove ha sede Radio Siani. In questo primo anno di vita numerose sono state le attività a sostegno della promozione della cultura della legalità. I volontari di Radio Siani, ripercorreranno le tappe di questi dodici mesi con un dibattito pubblico aperto a tutti e con una mostra fotografica. L’appuntamento è per martedì 23 novembre dalle ore 18 presso la palestra de “Il Granellino” , in corso Italia 63.

«Vogliamo festeggiare insieme a coloro che ci hanno accompagnati in questo primo anno di anticamorra- hanno commentato i responsabili della radio- La nostra esperienza, l’impegno di tanti giovani che sacrificano il proprio tempo libero per un’ideale di legalità, deve essere d’esempio a tutti: uniti si può sconfiggere la camorra».

All’incontro prenderanno parte il sindaco Vincenzo Strazzullo, Nino Daniele presidente di Anci Campania, l’europarlamentare Andrea Cozzolino, il professore Amato Lamberti dell’Osservatorio sulla camorra, Sergio Vigilante presidente dell’associazione antiracket di Portici, Maurizio del Bufalo presidente dell’associazione Cinema e Diritti, Michele Langella di Radio Onda Pazza, Lorenzo Clemente e Sergio Pomponio, presidenti rispettivamente dell’associazione dei familiari delle vittime della camorra e del dovere e alcuni giovani del carcere minorile di Nisida. Inoltre l’associazione Pol.i.s. presenterà il libro “Al di là della notte. Storie di vittime innocenti della criminalità”, di Raffaele Sardo.

Infine, le note di giovani musicisti emergenti accompagneranno lo spegnimento della prima candelina.

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Associazione Stampa Romana ha dato mandato ai suoi legali di denunciare Ecomedia spa, editrice dell'emittente Ecoradio, per comportamento antisindacale.
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da stamparomana.it

Roma, 15 nov -   L'Associazione Stampa Romana ha dato mandato ai suoi legali di denunciare Ecomedia spa, editrice dell'emittente Ecoradio, per comportamento antisindacale.

L'azienda ha infatti proceduto a un riduzione dell'organico complessivo e alla trasformazione di un contratto giornalistico a tempo indeterminato in rapporto di collaborazione, senza darne informazione preventiva al fiduciario di testata, cosi' come prevede l'articolo 29 del contratto Fnsi-Aeranti-Corallo. Cosa ancor piu' grave, visto che tutto cio' avviene all'indomani di un incontro fra il segretario dell'Asr, Paolo Butturini, e l'amministratore delegato di Ecomedia, Marco Lamonica, in cui il sindacato aveva espressamente chiesto il rispetto del dettato contrattuale in materia di informativa alla rappresentanza di base. 

A questo si aggiunga che L'Asr ha avuto notizia della volonta' dell'azienda di ridurre ulteriormente il personale giornalistico attraverso una serie di provvedimenti che metterebbero il sindacato di fronte al fatto compiuto. 

''In un momento in cui tutti dovrebbero fare fronte comune sul versante del finanziamento alle testate politiche, di idee e in cooperativa - afferma il segretario dell'Asr, Paolo Butturini - il comportamento di Ecomedia e' ancor piu' inaccettabile. Il presupposto per un confronto costruttivo, al quale l'Asr non si e' mai sottratta, e' il rispetto delle leggi e dei contratti, nonche' quello dei diritti fondamentali dei lavoratori, regola dalla quale il sindacato non puo' e non vuole derogare. 

Mi aspetto che Ecomedia chiarisca al piu' presto, nelle sedi e nelle forme previste, quale piano industriale ed editoriale sia alla base di scelte che sembrano andare esclusivamente a danno dell'occupazione e della dignita' dei giornalisti''.




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Nuove regole per le web radio e tv Agcom frena dopo la protesta
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L'Authority rimanda al 25 novembre il varo delle regole sulle emittenti ondemand e potrebbe riprendere in mano l'intero pacchetto. Il decreto Romani prevede più burocrazia, meno libertà e l'obbligo di pagare per iniziare a trasmettere. Proteste in rete e in Parlamento

AGCOM prende tempo: l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, avrebbe dovuto varare oggi una serie di regole e obblighi per le web tv e le web radio. Ma, forse grazie alle proteste nate in rete e arrivate sui banchi dell'opposizione parlamentare, l'Authority ha rinviato il completamento del suo lavoro al 25 novembre e, in attesa delle firme finali di convalida del nuovo regolamento, potrebbe riprendere in mano l'intera questione.

L'irregimentazione delle emittenti digitali nasce dall'approvazione del decreto Romani 1. Finora le web tv e web radio sono state libere da regole e obblighi. Agcom dovrebbe imporre a web radio e web tv lineari il primo pacchetto di burocrazia nella loro storia. L'idea - che adesso attende conferma - è che paghino 750 (web radio) e 1.500 euro (web tv) per iniziare le trasmissioni e inviare ad Agcom una dichiarazione di inizio attività (Dia). Dovranno sottostare inoltre ad alcune regole mutuate dalle realtà editoriali tradizionali, per esempio la tutela dei minori e l'obbligo di tempestiva rettifica. Agcom ha già pensato di escludere (almeno) le micro-web tv, cioè quelle che trasmettono meno di 24 ore di programmi in una settimana. Le regole sopra indicate erano già state votate e approvate da Agcom e quindi finite in uno scherma di regolamento che adesso, in extremis, viene riaperto.


Bisognerà vedere quali obblighi Agcom escogiterà per il video on demand e come intenderà cambiare quelli definiti per web radio e web tv lineari. Rispetto alla bozza di regolamento in materia, Agcom aveva già alleggerito le norme in capo a web tv e web radio. Prima i costi erano doppi e annuali (invece che una tantum) ed era molto maggiore la burocrazia iniziale (per esempio c'era l'obbligo di chiedere un'autorizzazione prima di trasmettere, mentre dopo la Dia si può subito iniziare senza aspettare la risposta di Agcom).

Il punto però, sottolineano gli oppositori, è che le nuove norme rischiano di soffocare uno scenario ancora nascente e molto prolifico di progetti, spesso condotti con pochi mezzi ma con fini di utilità sociale. Sono 346 le micro web tv italiane, secondo l'osservatorio Altratv.tv 2Telejato, la web tv di Corleone, ha redazione, studio e regia in una palazzina di Cinisi ed è nota per le campagne contro Cosa Nostra.Telestrada.it (prodotta dalla Caritas di Catania) ha realizzato inchieste di denuncia poi riprese da emittenti anche nazionali, per esempio su casi di mala sanità. Sono 18 le web tv dell'Aquila, che cercano di indagare sul dopo terremoto.

Si occupano di inchieste cittadine FuoriTv (Modena), VersiliaInTv (nota per avere documentato per prima la strage di Viareggio), Teledenuncio (Napoli), IlFatto.tv (Molfetta), Crossing.tv (Bologna), PieroDaSaronno(Saronno, ideata da un pensionato 72enne e ora punto di riferimento per le notizie cittadine). E' ormai una realtà imprenditoriale affermata C6.tv: partita da Milano, ora C6 è anche a Roma e Palermo, ha dieci giornalisti e 5 mila utenti al giorno. Nel mucchio delle web tv soggette a obblighi potrebbero rientrare anche i video blog, ma bisognerà vedere che cosa deciderà oggi Agcom sul video on demand.

Sull'argomento non mancano le prese di distanza anche all'interno della stessa Authority: "Per ora Agcom ha deciso sulle web radio e sulle web tv lineari, cioè quelle con palinsesto. Lunedì deciderà anche sulle web tv con video on demand", spiega Nicola D'Angelo, consigliere Agcom che era relatore del regolamento. "Ma ho votato contro e per protesta mi sono dimesso da relatore", aggiunge. Il testo della norme già scritte e decise attendeva però le firme finali di convalida. Agcom sfrutterà quest'opportunità per riprendere in mano l'intera questione.

Tra i primi politici a chiamare il web alla mobilitazione contro le nuove regole è stato Antonio Di Pietro (Idv). "Alla Camera, durante il question time con il ministro Romani, chiederò delucidazioni sul regolamento e lancerò la mobilitazione in rete, con le associazioni dedicate al fenomeno web tv", dichiara a Repubblica.it. Preparano la protesta anche gli esponenti Pd più attenti ai problemi di internet: "Per cominciare l'opposizione politica, oggi chiederemo alla Camera la convocazione urgente di Corrado Calabrò, presidente di Agcom", dice il senatore democratico Vincenzo Vita. Anche l'ex ministro Paolo Gentiloni si aggiunge alla protesta definendo "assurdo" il regolamento, "perché impone sul web obblighi tipici delle realtà editoriali tradizionali e affermate".
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COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E EMERGENZE UMANITARIE: LA RADIO PROTAGONISTA

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COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E EMERGENZE UMANITARIE:

LA RADIO PROTAGONISTA

Roma, 19 novembre 2010 Ore 9.30-13.00

Sede Federazione Nazionale della Stampa Italiana,

Corso Vittorio Emanuele, 349


per il programma clicca qui 

 

Media Aid Onlus in collaborazione con LINK 2007 presentano a Roma il 19 novembre 2010 il convegno ‘Cooperazione allo sviluppo e Emergenze Umanitarie: la Radio protagonista', che mette al centro dellariflessione di esperti e giornalisti il ruolo specifico del media radiofonico nei processi di sviluppo e di cooperazione internazionale. E le tante strade che la Radio può ancora aprire nel dialogo tra Nord e Sud del mondo.

Dal 2008 Media Aid Onlus dedica la sua attivita volontaria allo sviluppo dei media del Sud e del mondo come strumento di democrazia, partecipazione e sviluppo; LINK 2007, dalla sua nascita da priorita alla crescita delle capacita comunicative delle ong e del coinvolgimento dei media sui temi dello sviluppo globale, con questo evento prosegue il percorso di analisi sul ruolo e le prospettive della comunicazione per la cooperazione internazionale. Il convegno è patrocinato dalla Federazione Nazionale della Stampa italiana e dall’USIGRAI.

 

PROGRAMMA

 

ore 9.30 Saluto di apertura Federazione Nazionale della Stampa italiana e dall’USIGRAI

 

ore 10.00 ‘Cooperazione allo sviluppo e emergenze umanitarie: quale ruolo per la Radio?’

              Linee di intervento e progetti delle Istituzioni e dei Media   

Moderatore: Anna Donato, Presidente Media Aid Onlus

 

Interventi Istituzioni:

Stefano Taliani, Capo Ufficio Emergenze DGCS Ministero degli Esteri

Adelaide Frabotta, Vicesegretario generale Commissione Nazionale italiana per l’Unesco

 

Moderatore: Nino Sergi, Consiglio Direttivo LINK 2007

 

Interventi Media:

Carlo Romeo, Segretariato Sociale RAI

Francesco Diasio, Coordinatore Amarc Europa

Barbara Gruden, Giornalista GR RAI

Valentina Monti, Regista video documentario Radio Sahar

Silvia Pochettino, Direttore ‘Volontari per lo sviluppo’

 

ore 12.00 ‘Dai voce a una Radio’ Una proposta Media Aid Onlus

Cristina Loglio, Coordinatrice progetto

 

Le prime adesioni: RadioArticolo1, Radio Capital, Radio 3 RAI

Dibattito


Info: Media Aid, Cristina Loglio - crilog@libero.it

LINK 2007, Paola Amicucci – comunicazione@link2007.org

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Ripetitori di Radio Vaticana, concluso incidente probatorio
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I Comitati cittadini: «Risultati sconvolgenti, il perito ha spiegato che è rischio simile a bomba atomica»

ROMA - E’ concluso l’incidente probatorio che era stato richiesto nel 2006 dalla Procura della Repubblica di Roma nell'ambito del procedimento penale nei confronti dei responsabili della Radio Vaticana. I risultati, che i comitati cittadini, definiscono «sconvolgenti», sono stati depositati nelle scorse settimane. E indicano una associazione «coerente, importante e significativa» di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale ai ripetitori dell’emittente della Santa Sede fino a 12 chilometri di distanza da questa.

ESPLOSIONE - L’accertamento è stato condotto da Andrea Micheli, dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Responsabile dell’inchiesta è il pm Stefano Pesci. Il perito ha spiegato, secondo un comunicato del Coordinamento dei Comitati di Roma Nord: «L'eccesso di rischio è clamorosamente alto. L'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso. I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti. Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana». E poi ha aggiunto: «Non si può non pensare che lì sia successo qualcosa di importante per la vita di quelle persone, che non è spiegabile con altra causa che non siano le emissioni della Radio Vaticana. I risultati hanno a che fare con la dislocazione in cui queste persone hanno abitato nella loro vita e questi bambini hanno abitato nel loro periodo di vita. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica».

DECESSI TRA IL 1997 E IL 2003 - Lo studio di mortalità ha analizzato i decessi per tutte le età avvenuti negli anni dal 1997 al 2003 per quelle patologie ed ha esaminato i 20 anni di storia abitativa antecedenti la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri dalla Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km. di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano tutte le patologie tumorali del sistema emolinfopoietico (leucemie, linfomi, mielomi). Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord chiede alle autorità nazionale e locali: «l'immediata sospensione delle trasmissioni della Radio Vaticana e la sua delocalizzazione in un luogo in cui non possa accrescere il rischio di morte e di malattie per gli esseri umani, oppure l`abbandono totale di questa obsoleta tecnologia in favore della diffusione satellitare dei propri programmi radiofonici». Le associazioni vogliono anche «limmediato blocco del rilascio di concessioni edilizie nel territorio oggetto di indagine».
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Web TV e radio: tassa e richiesta autorizzazione per trasmettere. Nuova legge approvata
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Un provvedimento di Agcom impone alle web Radio e alle web TV di fornire una dichiarazione di inizio attività e di pagare un costo di autorizzazione di 750 e 1500 euro rispettivamente.
Quanto paventato pochi mesi fa dalla FEMI (Federazione Italiana Micro Web TV) potrebbe forse verificarsi entro breve tempo. Il discusso decreto Romani che ha recepito la Direttiva comunitaria 2007/65/CE in materia di AVMS (Audiovisual Media Service) ha prodotto una prima conseguenza sotto forma di un provvedimento approvato da Agcom, l’Authority chiamata a dare attuazione alle norme elaborate dall’allora viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, ora titolare del ministero precedentemente guidato da Claudio Scajola e poi ad interim dal premier Silvio Berlusconi.

Un provvedimento il cui contenuto è stato reso noto da Alessandro Longo su Wired Italia: le web radio saranno obbligate a fornire una dichiarazione di inizio attività e a pagare un costo di autorizzazione pari a 750 euro. Per le web TV con palinsesto, invece, l’autorizzazione a trasmettere online costerà 1.500 euro.
Lo scorso luglio, la FEMI aveva pubblicato una lettera aperta indirizzata a Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In sintesi, la missiva indicava nel decreto Romani, nelle sue «pastoie burocratiche», nell’elevato costo dell’autorizzazione (si parlava allora di 3.000 euro) e nei «controversi regolamenti attuativi», la possibile fine di tanti piccoli operatori video italiani che lavorano su Internet e delle cosiddette Micro Web TV. La lettera era stata firmata anche da Guido Scorza, presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione.
Se è vero che i costi per l’autorizzazione sono sati ridotti, è altrettanto indubbio, si sostiene da più parti, che il provvedimento approvato da Agcom potrà avere pesanti conseguenze per i titolari e i gestori di web radio e web TV.
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Libero Web, un altro passo indietro


Giusto pochi giorni fa quelli di Reporter senza frontiere – sicuramente dei comunisti e dei fabbricanti di odio – hanno pubblicato il loro rapporto 2010 sulla libertà di stampa, che vede il Belpaese al 49° posto insieme al Burkina Faso, parecchie posizioni dopo il Ghana e il Mali.

Evidentemente non soddisfatti del piazzamento – in fondo siamo ancora sopra la Mongolia e il Malawi – quelli dell’Agcom ieri hanno pensato bene di imporre una serie di nuovi obblighi e di nuove tasse per chi fa radio e video on line.

Le web radio dovranno fare una ‘dichiarazione di inizio attività’ e pagare un ‘costo di autorizzazione’ (!) di 750 euro. Il doppio per le web tv con palinsesto.
Il tutto è frutto del decreto Romani, una delle ultime porcate dell’ex viceministro berlusconiano prima di essere promosso allo Sviluppo.

Insomma, con una mano il governo fa credere in giro di aver liberalizzato il WiFi, e purtroppo è una balla. Con l’altra mano, soffoca l’emissione audio e video via web, e purtroppo non è una balla.

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AUDIRADIO: I NUOVI DATI DEL 3° TRIMESTRE E DEL 1° SEMESTRE MOBILE - SOLO LOCALI
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Audiradio ha pubblicato i nuovi dati del 3° trimestre 2010 (19 giugno-8 ottobre) e del 1° semestre mobile 2010 composto dai dati del 2° trimestre e del 3° trimestre (10 aprile-8 ottobre)

In una nota, la società di rilevazione dell'audience comunica che le emittenti di Radio Rai e gli altri network nazionali commerciali "non sono presenti poichè una delibera del Cda del 16 settembre ha sospeso l'indagine Panel Diari da cui sarebbero derivati i dati delle stesse. La decisone è stata preceduta da accurate verifiche e approfondimenti di carattere tecnico e si è rivelata necessaria alla luce delle distorsioni emerse nella composizione del campione utilizzato. Per queste emittenti fa fede il dato derivante dall'indagine 2009".

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Audiradio 3° trimestre 2010 - emittenti locali
Audiradio 1° semestre mobile 2010 - emittenti locali
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I FURBETTI DI RADIO PADANIA
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Altro che Roma ladrona. Radio Padania, l’emittente di partito della Lega Nord, da qualche tempo è molto interessata ad accendere frequenze al Sud. In un primo momento si era pensato che il carroccio stesse preparando il terreno in vista di elezioni anticipate e liste da presentare al Meridione. Stando a quando denunciato dal movimento L’Altro Sud (pubblicato in un articolo sul quotidiano Terra), lo scenario è completamente diverso. In realtà l’emittente della Lega aprirebbe frequenze al Sud gratuitamente, grazie alla Finanziaria del 2002, per poi rivenderle a prezzo di mercato. Si tratta di un giro d’affari milionario. La manovra all’articolo 74 autorizza le cosiddette radio comunitarie (radio che siano espressione di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose) ad attivare nuovi impianti, fino a raggiungere la copertura del 60% del territorio nazionale. Funziona così: si occupa la frequenza, lo si comunica al Ministero delle Comunicazioni e, entro 90 giorni, la frequenza si intende autorizzata con il meccanismo del silenzio-assenso.
“Di fatto – scrive Gaetano Pietro Paolo de L’Altro Sud – si tratta di uno strumento per consentire alla Radio del senatùr di fare incetta di frequenze gratis. Niente male per essere in un paese dove attivare nuove frequenze radiofoniche, tra limiti di legge e lungaggini burocratiche, è pratica impossibile.  Ma un dubbio rimane ancora. A cosa serviranno mai delle frequenze radiofoniche nel Mezzogiorno a Radio Padania? A nulla. Infatti, forse è questa l’unica nota positiva della vicenda, l’emittente leghista attiva frequenze gratis, per poi rivenderle al prezzo di mercato. Il rischio, per i cittadini meridionali, di sentirsi insultati in casa propria allora è limitato al tempo necessario a fare l’affare”.
I prezzi delle frequenze radiofoniche sono alle stelle: le emittenti commerciali, infatti, non hanno la possibilità di accedere al mercato e, quindi, sono costrette a comperare le concessioni da altre radio. In alcuni casi, per esempio nei grandi centri, una frequenza può arrivare a costare come un appartemento di lusso. La Lega, in pratica, ha applicato la logica del ‘cca niuscino è ffesso.
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Germania/Raid polizia contro radio internet neonazista:23 arresti
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Roma, 4 nov. (Apcom) - 
Ventitre persone sono state arrestate in Germania perché sospettate di far parte di un gruppo illegale di ispirazione neonazista. La polizia, che ha anche effettuato perquisizioni in numerosi appartamenti e locali commerciali di dieci differenti Laender tedeschi, ha agito per ordine della magistratura che indaga su una radio, Radio Widerstand (Radio resistenza) che trasmette in tutto il mondo attraverso internet, con programmi e contenuti di estrema destra. Durante il raid sono stati sequestrati computer, dischi rigidi e cellulari. Le persone arrestate, scrive la Bbc, potrebbero essere accusate di associazione a delinquere e istigazione all'odio razziale.
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