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Lo ammetto. Non ce l'ho fatta.
Se fino a ieri stavo giurando a me stesso che mi sarei fatto esplodere
contro il primo che avessi beccato alle casse di una libreria con in
mano "Il labirinto femminile" di Alfonso Luigi Marra, oggi anch'io ho
ceduto alle leve implacabili del marketing e su video-consiglio della
nota bibliofila Karima El Marough (in arte Ruby Rubacuori) ho scaricato
le prime 140 pagine del romanzo dal sito dell'avvocato scrittore.
Già noti e raffinati intellettuali del calibro di Mora Lele e Arcuri
Manuela avevano stuzzicato la mia curiosità in merito, assicurandomi
che avrei finalmente liberato la mia persona dallo strategismo
sentimentale che da sempre mi angustia.
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Non
ho fatto in tempo neppure ad arrivare alla prima pagina che già nella
dedica iniziale resto sconvolto e le mie certezze vacillano.
Ecco che una delle annunciate verità scomode del sempre nostro Alfonso Luigi mi si rivela in tutta la sua cruda realtà: DEVO CAMBIARE DIZIONARIO DI ITALIANO.
Pensate che, sul mio, il sostantivo derivato dall'aggettivo "cosmopolita" è "cosmopolitismo".
mah...ora
esco, vado alla Feltrinelli a comprare un nuovo vocabolario, non prima
però di essermi procurato chiodi e nitrato di ammonio.